Il Paese diviso in sei zone dal Piano del Mite. Ecco quali
Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale è cosa fatta e prevede delle misure anche per i condomini, che dovranno rispettare nuove scandenze e regole al fine di ridurre i consumi in vista, si legge nel documento elaborato dal Ministero della Transizione Ecologica (Mite) “di una potenziale interruzione totale dei flussi dalla Russia durante il prossimo inverno”.
Un mettere le mani avanti che poggia su possibilità molto concrete considerando le dichiarazioni odierne di Vladimir Putin, che ha ribadito come le sanzioni imposte dai Paesi occidentali siano “una minaccia al mondo intero” e annunciato di pensare di unire al blocco del gas restrizioni anche sull’esportazione di grano e sementi.
Il Piano nazionale di contenimento
Le misure introdotte con il piano nazionale del gas italiano e da adottare fintanto che il Paese non si sia garantito nuovi canali di importazione del gas, al di là di ciò che riguarda il riscaldamento nei luoghi pubblici entra anche nelle case degli italiani prevedendo che gli impianti termici siano accesi 8 giorni dopo rispetto alle date consuete di avvio e chiusi 7 giorni prima, con una riduzione di un’ora della fascia di esercizio.
Le misure di contenimento non saranno le stesse per tutta Italia perché il Paese è stato suddiviso in sei aree, a seconda delle caratteristiche climatiche di ciascuna.
Se, dunque, nelle città che si trovano lungo l’arco alpino la stretta non ci sarà, in quelle che si trovano in aree geografiche più calde la stretta sarà più consistente.
Tornano le classificazioni a colori
Le città più calde sono quelle classificate come zona A e hanno gradi-giorno inferiori a 600.
In quest’area i condomini, a partire dall’8 dicembre, potranno tenere accesi gli impianti di riscaldamento per 5 ore al giorno fino al 7 marzo.
Nella zona B, contrassegnata da gradi-giorno tra 600 e 900, dal 8 dicembre al 23 marzo il riscaldamento potrà essere acceso per 7 ore al giorno. Che diventano 9 nella zona C (tra 901 e 1400), 11 (dal 8 novembre al 7 aprile) in quella D, 13 (dal 22 ottobre al 7 aprile) nella E e senza limitazioni orarie nella zona F, la più fredda in assoluto.
Queste razionalizzazioni dell’uso del termosifone, aggiunte a quanto si può risparmiare nei consumi a docce che si raccomandano più brevi, dovrebbero portare secondo il Mite “a un potenziale di circa 5,3 miliardi di Smc di gas risparmiato, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi”.
Le città nel dettaglio
Fanno parte della zona E (13 ore, dal 22 ottobre) Milano, Torino, Aosta, Trieste, Venezia, Bologna e Perugia.
Nella zona D (11 ore, dall’8 novembre) rientrano invece, tra le altre città, Genova, Firenze, Roma, Ancona e Campobasso, Pescara e Potenza.
La zona C (9 ore, dal 22 novembre) comprende Napoli, Bari, Catanzaro e Cagliari.
Palermo è una delle città che rientra nella zona B (7 ore, dall’8 dicembre), Lampedusa nella zona A (5 ore, dall’8 dicembre).
Per Belluno, Cuneo e la parte alta di Trento non ci sono limitazioni in quanto rientrano nella zona climatica F.
Consuelo Terrin