Nel suo sessantesimo anniversario, il Premio Campiello al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Vince “I miei stupidi intenti”
E’ il ventisettenne Bernardo Zannoni, con il suo primo romanzo, il vincitore della sessantesima edizione del Premio Campiello, il più importante e prestigioso Concorso di Letteratura Contemporanea in Italia.
“I miei stupidi intenti”
Tra le 350 opere selezionate e le cinque finaliste, “ I miei stupidi intenti” (Sellerio) si è guadagnato la preferenza della Giuria dei Trecento lettori anonimi.
Sul palco del Grand Teatro La Fenice di Venezia, dove si è tenuta quest’anno la serata di premiazione condotta da Franccsca Fialdini e trasmessa in diretta su Rai5, il giovane scrittore, sorpreso ed emozionato, ha raccontato della sua protagonista, Archy, la faina, e del tema della coscienza, vantaggio e dannazione allo stesso tempo, cui è condannato anche quest’animale, che smette di vivere nel solo presente e come gli umani, rendendosi conto della sua mortalità, elabora il concetto del tempo.
Le due Giurie del Premio
“Sono onorato di premiare un giovane di 27 anni che ha cominciato a scrivere a 21 anni un libro che parla di un animale in un Paese che si sa non è un Paese per giovani”, ha detto il presidente della Giuria dei Letterati Walter Veltroni.
Composta da personalità del mondo letterario, giornalistico e accademico, come prevede lo statuto del Premio Campiello, è stata proprio la Giuria dei Letterati a operare la prima scrematura delle opere in concorso portandole alle 5 finaliste. “.
Ma sono stati poi i trecento lettori anonimi (hanno votato in realtà solo 275), scelti di anno in anno su tutto il territorio nazionale “in base alle categorie sociali e professionali” a decretare il vincitore.
Bernardo Zannoni ha ricevuto la “vera da pozzo” veneziana simbolo del Premio Campiello.
La classifica
Al secondo posto si è classificato “La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini” di Antonio Pascale (Einaudi), al terzo “Il tuffatore” di Elena Stancanelli (La nave di Teseo), poi “Nova” di Fabio Bacà (Adelphi) e infine “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” di Daniela Ranieri (Ponte alle Grazie).
Il Premio Campiello
Il Premio Campiello è nato nel 1962 per volontà degli industriali veneti che, come ha ricordato il presidente di Confindustria Enrico Carraro, “ si sono resi conto che non poteva esserci crescita economica senza che al contempo non ci fosse una crescita culturale del territorio veneto”.
Tra le sue fila annovera alcuni tra i più grandi scrittori italiani: Primo Levi, Mario Soldati, Dacia Maraini, Michela Murgia, Margaret Mazzantini, Mario Rigoni Stern.
Nel sessantesimo anniversario, ad alcuni di questi grandi nomi della Letteratura italiana, il Premio Campiello ha reso omaggio rendendoli rappresentativi di ciascuna decade che ha portato il Concorso fino a oggi.
Ma è stata “La tregua“( 1963), di Primo Levi, a esser scelto come romanzo rappresentativo del Premio stesso “per l’importante testimonianza civile e per la straordinaria qualità letteraria dei suoi testi”.
Gli altri premi
Nel corso della spettacolare serata, alla quale hanno partecipato circa mille invitati, intrattenuti anche dalle canzoni di Diodato e dalle riflessioni di Lodo, sono stati assegnati anche il Premio alla Carriera, attribuito a Corrado Stajano, il Premio Opera Prima, consegnato dalla presidente di Umana Maria Raffaela Caprioglio a Francesca Valente per “Altro nulla da segnalare” (Einaudi) e il Premio Campiello Junior, destinato alla Letteratura per ragazzi, vinto in questa sua prima edizione da Antonella Sbuelz.
Consuelo Terrin