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Meteo: troppa energia dal surriscaldamento dei mari. Rischio tornado

Meteo: troppa energia dal surriscaldamento dei mari. Rischio tornado

Vortice balcanico in arrivo. Legambiente: 2022 anno da bollino rosso

Bombe d’acqua, venti a 120 km/h se non più, alta pressione e vortici ciclonici.
L’assaggio di un autunno meteorologico che ancora non è ufficialmente arrivato, lo abbiamo di fatto avuto già nei giorni scorsi un po’ in tutta Italia.
Ma ciò che sembra aspettarci per i prossimi potrebbe aprire il varco a una stagione estrema, in cui tener alta l’attenzione anche per il rischio tornado.
L’allarme è stato dato dagli esperti, che annunciano l’arrivo di un vortice ciclonico dai Balcani diretto verso le regioni meridionali.
A partire da martedì 23 agosto in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia ci saranno delle forti manifestazioni temporalesche con “rischio di grandine intensa”.
A preoccupare, non solo al sud, è la temperatura dei mari, che ha raggiunto i 28/30 gradi.
In questo modo si è accumulata tanta energia da poter generare fenomeni estremi come i Tornado o i Medicane, letteralmente “uragano mediterraneo” (da MEDIterraneana hurriCANE), sorta di ciclone tropicale ma di minor violenza e durata.
I tornado, invece, secondo quanto indicato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche, rischiano di essere un problema per le regioni centrali che affacciano sul Tirreno e per la Pianura Padana.

Un autunno da “codice rosso”

Causa di questi eventi estremi sono gli intensi contrasti termici che hanno caratterizzato questa estate 2022 e che, secondo il Centro Europeo di AccuWeather, porteranno da settembre e per l’autunno un “serio rischio di fenomeni alluvionali”.
Anche in questo caso, a incrementare la possibilità che questi si verifichino, oltre all’incontro tra le correnti calde di fine estate e i primi venti freddi del Nord Europa, saranno le temperature dei mari.

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Tornado, trombe marine e altri eventi estremi

Gli eventi estremi, d’altra parte, sono sempre meno rari.
Secondo i dati della mappa del rischio climatico pubblicata da Legambiente, infatti, in Italia, nel 2022 se ne contano già 132 e hanno superato la media annua degli ultimi dodici anni.
“Servono cambiamenti strutturali, politiche innovative, investimenti in tecnologie pulite e un piano nazionale di adattamento al clima non più rimandabili – ha commentato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Se non interveniamo subito con misure concrete rischiamo di trovarci a contrastare un disastroso impatto ambientale, sociale ed economico che potrebbe vanificare le risorse che arrivano dal Pnrr”.
Tra allagamenti da piogge intense (516), trombe d’aria e trombe marine (367), esondazioni fluviali con danni (123), grandine (63), frane provocate da piogge intense (55), prolungata siccità (55) ed episodi legati alle ondate di calore (17), i problemi non sono mancati in tutta Italia.
Ma sono soprattutto le regioni del nord, attualmente, a fare i conti con gli ultimi danni causati da trombe d’aria e nubifragi che hanno provocato anche feriti e morti.

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Mari sempre più tropicali, moria di specie

Le temperature sempre più intense dei mari preoccupano non solo per gli effetti che possono avere sulla formazione dei tornado ma anche perché stanno mettendo a rischio diverse specie autoctone.
In Sardegna si è verificata una vera e propria moria di molluschi.
Cozze, arselle e ostriche allevate nel Golfo di Olbia non sono sopravvissute ai 30° raggiunti dalle acque in cui vivevano, così come sta accadendo in Puglia, dove la temperatura del mare è al di sopra della media di ben 5 gradi e dove è stata rilevata la presenza di pesci tipici dei mari tropicali, come il pesce balestra e il pesce pappagallo.

Consuelo Terrin

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Tag:  meteo

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