Dal 2012 a fine 2021 la presenza sul territorio si è drasticamente ridotta passando da 32.881 sportelli aperti a 21.650
Ce ne stiamo accorgendo tutti girando per le città dove abitiamo e il dato è preoccupante: là dove ieri c’era la filiale di un istituto di credito, oggi la saracinesca è abbassata e non esiste più.
In 10 anni la presenza di banche è calata di 11.231 unità, vale a dire il 34% in meno. Significa che più di 4 milioni di italiani equivalenti al 7% della popolazione totale non hanno nel proprio comune di residenza una filiale di banca alla quale rivolgersi.
Lo rileva una ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) realizzata incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat. Un fenomeno che – fanno notare gli esperti – sta diventando un problema in considerazione del fatto che lo sviluppo dell’e-banking in Italia è scarso rispetto alla media europea.
Meno della metà della clientela, il 45%, utilizza app e siti web per le operazioni bancarie rispetto alla media del 58% di Paesi come Spagna e Francia che hanno tassi di clientela proiettati sulla banca digitale pari al 56% e 72%.
La situazione bancaria nelle regioni della penisola, al Sud e isole la situazione più critica
Così, mentre si sta assistendo ad un’inesorabile chiusura degli sportelli bancari da nord a sud del Paese, motivando questa strategia con l’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi con i canali digitali, è pur vero che l’Italia rimane fanalino di coda in Europa. E, di fatto, una parte rilevante della popolazione in parecchi comuni, soprattutto le persone anziane, è penalizzata dalla situazione.
C’è anche da considerare che gli strumenti digitali non sono ancora così accessibili e diffusi, oltre che per ragioni anagrafiche, anche per una scarsa copertura della rete internet sul territorio nazionale, anche se dovrebbe essere implementata secondo gli obiettivi del PNRR.
Gli italiani che non dispongono di una filiale fisica di un istituto di credito è residente in 3.062 Comuni.
Tra le regioni più grandi quella che conta il minor numero di banche in termini percentuali è la Calabria con il 28,8% dei cittadini che non dispongono di una filiale. Seguono il Piemonte (13,8%), l’Abruzzo (12,6%) e la Campania (12,5%).
Tra le regioni più piccole il record va al Molise (37,3%) seguito dalla Valle d’Aosta (33,4%). Per quanto riguarda le isole la desertificazione bancaria interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna.
Emilia Romagna e Toscana le più bancarizzate, in Italia poco utilizzato l’eBanking
Secondo il Rapporto Fabi, le regioni che presentano il maggior tasso di bancarizzazione sul territorio nazionale sono l’Emilia Romagna e la Toscana. In questi 2 regioni, anche grazie a un tessuto di aziende capillare e radicato, infatti la popolazione che risiede in comuni senza banche corrisponde rispettivamente solo all’1,2% e all’1,5% del totale.
«La riduzioni delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela delle banche – commenta il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni lanciando un grido d’allarme – che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese. La politica intervenga, siamo un servizio pubblico essenziale. Mi riferisco in particolare alle persone anziane che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali e a chi vive al Sud dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie è più marcato ma maggiormente preoccupante per un evidente problema di accesso a internet».
Sempre secondo l’analisi della Federazione Autonoma Bancari Italiani pur se il Paese ha fatto passi in avanti raddoppiando la percentuale di popolazione che utilizza l’eBanking, rimane ancora ai livelli di Grecia e Turchia.
Silvia Bolognini