A chi ha già da 2 anni la patente per guidare le moto di minor cilindrata basterà seguire un corso
Dopo le prime semplificazioni introdotte nel 2013, dal 6 agosto sono entrate in vigore ulteriori significative novità per conseguire la patente che abilita alla guida delle moto.
La nuova normativa, in sostanza, si traduce nell’eliminazione dell’esame pratico su strada per ottenere il documento richiesto per la guida delle moto più potenti, senza limiti di cilindrata (la nuova patente “A”, corrispondente alla vecchia A3).
Dopo l’approvazione alla Camera della conversione del decreto Infrastrutture-bis, le modifiche al codice della strada sono operative in seguito alla pubblicazione della nuova legge 108 in Gazzetta Ufficiale.
Le novità per la patente moto
La normativa che è stata superata da qualche giorno era quella modificata dal legislatore 9 anni fa.
In quell’occasione, era stata introdotta la possibilità di ottenere la patente A2 (quella necessaria per le moto di media cilindrata, con potenza fino a 35 kilowatt e un rapporto potenza-peso non superiore a 0,2 kw per kg) semplicemente sostenendo, al raggiungimento della maggiore età, un esame di guida per aveva già la patente A1 (valida per i motocicli fino a 125 cm cubi, potenza massima di 11 kw e rapporto peso-potenza non superiore a 0,1 kw per kg).
Era stata anche attribuita la facoltà, per chi intendesse passare dalla A2 alla A3, di farlo, trascorsi 2 anni dal conseguimento della patente inferiore, semplicemente superando un esame pratico. Adesso, l’esame finale non sarà più necessario.
A chi ha una patente A1 (rilasciata a partire dai 16 anni) o A2 (per la quale è richiesta la maggiore età) da almeno 2 anni, basterà seguire un corso, teorico e pratico, della durata minima di 7 ore presso un’autoscuola per far scattare l’adeguamento alla patente A.
Motivazioni e critiche
Alla base della nuova semplificazione, l’intenzione di snellire e accelerare le pratiche burocratiche da svolgere per ottenere la patente.
Spesso, anche a causa della carenza di personale delle Motorizzazioni, queste risultano infatti estremamente lente, se non in molti casi bloccate negli uffici.
I motociclisti potranno così adesso passare più rapidamente a patenti di categoria superiore.
Le novità, però, hanno suscitato anche qualche critica. In un’intervista a Corriere Motori, Paolo Colangelo, presidente di Confarca, la confederazione che rappresenta oltre 2.500 scuole guida italiane, critica le 7 ore di corso, ritenendole eccessive. In sostanza, spiega Confarca, così si vanifica parte della semplificazione e soprattutto aumentano i costi da sostenere da parte di chi vuole passare a una patente superiore.
Alberto Minazzi