Lo prevede il piano d’emergenza varato dal Consiglio Europeo, al via dal 1° agosto
Non un target del -15% di riduzione dei consumi di gas, rispetto alle medie degli ultimi 5 anni, uguale per tutti, ma la previsione di deroghe per arrivare a una percentuale diversa da Stato a Stato in considerazione di alcuni fattori e specificità nazionali. E l’Italia, così, potrà fermarsi al -7%.
Lo prevede la versione definitiva del testo del piano di emergenza per il contenimento della domanda di gas da parte degli Stati membri approvato dal Consiglio Affari Energia straordinario dell’Unione Europea. Il solo voto contrario dell’Ungheria è infatti risultato ininfluente, non facendo venir meno la maggioranza qualificata richiesta.
Saranno i singoli Stati, adesso, a decidere come attuare concretamente la riduzione dei consumi energetici nel periodo tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, come previsto dal piano. Che punta almeno inizialmente a un risparmio tra 30 e 45 miliardi di metri cubi di gas. E, inoltre, contiene un esplicito riferimento all’introduzione di un tetto di prezzo, come proposto dal nostro Paese.
Le deroghe
La principale deroga al taglio ai consumi di gas, che può scendere dal -15% fino al -7%, è legata allo scattare della condizione in cui “gli Stati dimostrino che la loro interconnessione con altri Stati membri in capacità tecnica di esportazione rispetto al loro consumo annuale di gas nel 2021 è inferiore al 50% e che la capacità sugli interconnettori verso altri Stati membri è stata effettivamente utilizzata per il trasporto di gas a un livello di almeno il 90% fino al mese prima”. Condizione in cui ricade l’Italia.
Previsti possibili allentamenti anche per i Paesi più virtuosi nell’accantonamento delle scorte (tra cui l’Italia, che sta “andando verso il 71%”, come ha precisato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani), per quelli (come il Portogallo, alle prese con la crisi dell’idroelettrico legata alla siccità) che potrebbero mettere a rischio la produzione elettrica, per le isole (Irlanda, Malta e Cipro) non interconnesse con la rete di distribuzione e per Estonia, Lettonia e Lituania, ancora connesse alla rete elettrica russa.
I commenti, dall’Italia e dall’Europa
Presente a Bruxelles con i colleghi degli altri Stati, il ministro Cingolani ha fatto il punto dopo l’approvazione del piano. “Nel caso dell’Italia – ha chiarito – con le regole sviluppate, dovremmo risparmiare il 7% rispetto alla media annuale degli ultimi 5 anni. Quando abbiamo fatto il piano di differenziazione del gas, abbiamo già previsto un piano di risparmio che è uguale o superiore a questo numero. Le nostre azioni adottate per l’Accordo di Parigi sono già compatibili con questo piano, quindi ci riteniamo soddisfatti. Ora bisognerà anche pubblicizzare a livello dei cittadini”.
Soddisfazione è stata espressa anche da parte dei vertici dell’Unione Europea. “La riduzione preventiva della domanda di gas – aveva affermato la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, prima dell’inizio del Consiglio – è una strategia saggia”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha quindi sottolineato che si tratta di “un passo decisivo per affrontare la minaccia di un’interruzione totale del gas: grazie alla decisione odierna, l’Europa come Unione è ora pronta ad affrontare la sua sicurezza energetica”. I flussi attraverso il gasdotto Nordstream sono del resto scesi ora al 20%.
Il “price cap”
E proprio ieri il prezzo del gas al mercato di riferimento europeo di Amsterdam era del resto tornato a superare i 200 euro al megawatt/ora, chiudendo a 199, con un aumento del 12,6% che ha riportato il costo ai livelli dell’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, lo scorso marzo. E oggi, 27 luglio, si è arrivati addirittura a 225 euro. In tal senso, va letto con favore il riferimento al tetto di prezzo, il “price cap”, contenuto nelle considerazioni iniziali del piano approvato a Bruxelles.
“In seguito alla richiesta del Consiglio europeo – spiega il documento – la Commissione sta anche esplorando, insieme ai nostri partner internazionali, i modi per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la possibilità di introdurre dei tetti temporanei ai prezzi delle importazioni e di proseguire i lavori sull’ottimizzazione del funzionamento del mercato europeo dell’elettricità”. Un impegno urgente che dovrebbe portare, in autunno, alla formulazione di proposte specifiche, se ritenute necessarie.
La strategia italiana sul gas
Tornando all’Italia, il ministro della Transizione ecologica ha fatto anche il punto sulla situazione del nostro Paese. Riguardo alle forniture, l’Italia è riuscita a reperire “25 miliardi di metri cubi da diversi fornitori, che hanno sostituito circa 30 miliardi di metri cubi dalla Russia. La metà di queste nuove forniture sono gas naturale liquefatto. Per questa ragione abbiamo comprato 2 strutture galleggianti per la rigassificazione, che saranno installate nei prossimi 12-24 mesi”.
“Entro l’inizio dell’inverno – ha proseguito Cingolani – saremo quasi indipendenti dalle forniture russe ed entro l’anno prossimo la situazione sarà piuttosto sicura, senza grandi dipendenze dalla Russia. Anzi, senza alcuna dipendenza dalla Russia“. Non è comunque prevista nessuna riconversione a carbone degli impianti di produzione di elettricità, anche per la “massiccia accelerazione nei primi sei mesi del 2022” sul fronte delle rinnovabili.
Quanto alla riduzione prevista dal piano europeo, anche l’Italia presenterà entro settembre il piano nazionale per ridurre di 5 miliardi di metri cubi i consumi di gas.
Alberto Minazzi