La quotazione cala ancor prima della firma odierna dell’accordo tra Russia e Ucraina sulle esportazioni
La guerra tra Russia e Ucraina continua, ma dopo quasi 5 mesi di conflitto, si registra un primo segnale di ritorno alla normalità su uno dei mercati maggiormente condizionati dalle tensioni internazionali: quello dei cereali. Per la prima volta dall’ingresso delle truppe russe in territorio ucraino, infatti, i prezzi del grano sono tornati a livelli registrati prima del 24 febbraio 2022.
Con un calo del -2,64%, la quotazione di 5 mila staia (l’unità contrattuale internazionale) di grano tenero è attestata ora a 784,5 dollari, quota che si era toccata in precedenza solo il 16 febbraio di quest’anno. Simile la diminuzione percentuale (-2,32%) anche per il grano duro, 5 mila staia del quale costano ora 841,25 dollari, livello leggermente inferiore a quello della chiusura del 18 febbraio.
A incidere sui costi dei cereali è anche la prospettiva della firma delle delegazioni di Russia e Ucraina sull’accordo relativo ai corridoi del Mar Nero per garantire l’esportazione dei cereali dai porti dell’Ucraina. L’appuntamento è fissato per oggi, 22 luglio 2022, a Palazzo Dolmabahce di Istanbul, capitale della Turchia, il cui presidente Recep Erdogan ha giocato un ruolo fondamentale con la mediazione nella trattativa tra le due nazioni in conflitto.
All’incontro è stata annunciata dal presidente turco la presenza anche del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Il ministro degli Esteri della Turchia, Mevut Cavusoglu, ha invece sottolineato che, con la soluzione dei problemi legati ai transiti commerciali nel Mar Nero “non solo verrà aperto il percorso di esportazione per il grano e l’olio di girasole dall’Ucraina, ma anche per i prodotti dalla Russia”. Parole che sostanzialmente soddisfano la richiesta di Putin di includere nell’accordo anche le esportazioni di grano russo.