Senza il gas russo, scorte per l’inverno ridotte al 65-71%
I flussi del gas provenienti dal gasdotto Gazprom, in Russia, sono già interrotti verso alcuni Paesi (per esempio la Germania) e diminuiti drasticamente in altri, tra cui l’Italia, da giorni.
La data del 21 luglio dovrebbe essere quella del ripristino del regolare servizio, ma sono sempre più incerte le evoluzioni.
Gazprom, infatti, ha annunciato di non poter confermare che il problema tecnico adotto possa risolversi.
La turbina è in riparazione in Canada e “Gazprom non ha in suo possesso alcun documento che permetta a Siemens di portare il motore a turbina a gas fuori dal Canada – rende noto l’azienda – In queste condizioni, non è possibile trarre una conclusione oggettiva sull’evoluzione della situazione relativa all’esercizio del gasdotto in sicurezza”.
Il riferimento al documento rinvia indirettamente alle sanzioni cui la Russia è sottoposta.
La bozza europea del Piano ‘Risparmiare gas per un inverno sicuro’
Lo stoccaggio del gas per l’inverno, quindi, in tutta Europa è a rischio.
Secondo le stime si doveva arrivare a un accantonamento dell’80% ma, stando così la situazione, le scorte potrebbero ridursi al 65/71%.
Mentre ogni Paese ha predisposto un proprio piano per fronteggiare la situazione, l’Europa sta lavorando a un proprio piano gas e si appresta a svolgere un ruolo di coordinamento per l’applicazione dei piani dei singoli Paesi membri.
La bozza del documento che il 20 luglio sarà presentato in Commissione ha già iniziato a circolare.
Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, che l’ha visionata, contiene un’esortazione al risparmio che coinvolge famiglie, aziende e uffici pubblici e commerciali.
I governi, dunque, saranno chiamati, si legge nella bozza del Piano ‘Risparmiare gas per un inverno sicuro’, a «campagne di risparmio di gas mirate alle famiglie per l’abbassamento del termostato di un grado, ma anche imponendo, laddove tecnicamente fattibile e applicabile, la riduzione del riscaldamento di edifici pubblici, uffici, edifici commerciali (in particolare grandi edifici) a 19 gradi».
L’appello alle imprese e gli incentivi
Secondo la bozza, con la riduzione della domanda, l’impatto dello stop del gas russo calerebbe di 1/3.
Questo, soprattutto se le aziende risponderanno all’appello.
E’ in particolar modo a loro che sarà chiesta una consistente riduzione della domanda di gas a fronte della quale i governi sono invitati dall’Unione europea a mettere in campo degli incentivi attraverso l’uso dei fondi del Repower e del Next Generation Ue.
«Il gas è utilizzato come materia prima e fonte di energia da industrie il cui potenziale tecnico e i costi per cambiare combustibile o ridurre i consumi variano drasticamente da un settore all’altro. – recita la bozza -. Gli strumenti di mercato sono un modo efficace per ottenere le opzioni di riduzione più favorevoli. La Commissione sostiene con forza le migliori pratiche, come l’idea di aste o gare d’appalto per incentivare la riduzione del consumo da parte dei consumatori industriali, consentendo alle industrie di offrire una riduzione del consumo di gas in cambio di una compensazione. Queste aste o gare potrebbero essere organizzate a livello transfrontaliero per massimizzare le possibilità dei grandi clienti transfrontalieri che operano in più Stati membri e per gli Stati membri con minori risorse fiscali».
Il testo è ora all’esame del Centro Interservizi e potrà ovviamente subire delle modifiche o introdurre nuovi fronti.
Consuelo Terrin