Laura, controllore del traffico aereo da remoto: “Non mi ritengo un esempio ma la testimonianza di come si possa riuscire con dedizione e impegno a ottenere dei risultati”.
Non è una novità per Laura Delvecchio, da 20 anni dipendente di ENAV (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo), essere ‘la prima donna’.
Lo è già da maggio 2016, quando ha assunto il ruolo di Capo impianto della Torre di controllo dell’aeroporto di Brindisi, e nuovamente, dallo scorso 13 giugno 2022, come responsabile della prima Torre di controllo digitale del traffico aereo d’Italia.
Una nuova struttura, figlia della rivoluzione digitale, che consente l’esatta visuale da remoto di una Torre convenzionale, grazie a 18 telecamere e 13 schermi ad alta definizione.
Inoltre, grazie ai sistemi di Intelligenza Artificiale e Machine Learning, è possibile integrare alle immagini dati e tracciati di oggetti in movimento con precisione e accuratezza maggiore rispetto alle capacità umane.
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Laura Delvecchio, come vive questo “secondo primato”?
“Inizialmente fioriva un po’ di naturale timidezza a essere in alcuni casi al centro della scena. Questa posizione ricoperta è stata una soddisfazione personale, ma figlia di un gruppo che mi ha messa nelle condizioni migliori per esprimermi, realizzando ciò che avevo sempre sognato di fare: il controllore del traffico aereo. Non mi reputo un esempio: posso solo auspicare che tutti, donne e uomini, vengano sempre messi nelle condizioni di far valere esclusivamente le proprie capacità professionali”.
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Come sta andando questo primo periodo in cui la nuova Torre di controllo ha iniziato la propria attività?
“Veniamo da un lungo periodo di preparazione e addestramento che ci ha visti coinvolti in questa nuova fase operativa. Non si tratta quindi di una nuova avventura che inizia ma del coronamento di un lavoro ben pianificato nel tempo. Posso senz’altro dire che dalla data ufficiale di passaggio alla Torre remota digitale, oltre ad aver avuto ottime performance, sul lato umano c’è stata grande soddisfazione per il lavoro svolto”.
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Come cambia il lavoro da una Torre di controllo convenzionale alla Remote Digital Tower?
“Innanzitutto, una piccola nota di colore: non si sale più nella Torre ma ci si entra. Sembra poco, ma per noi controllori abituati alle altezze è una rivoluzione. Lo scenario però, una volta all’interno, è assolutamente riprodotto in maniera fedele, anzi, posso dire assolutamente reale – spiega Laura Delvecchio – grazie alle telecamere ad altissima risoluzione, con le quali riusciamo ad avere maggiori connotazioni dei particolari rispetto ad una Torre convenzionale. In più abbiamo molti tool digitali integrati sugli schermi che aiutano il controllore nella gestione delle operazioni”.
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Come mai è stata scelta la torre di controllo di Brindisi come prima Torre di controllo da remoto digitale?
“Perché nel prossimo futuro a Brindisi nascerà il primo hub italiano per la gestione da remoto di oltre 10 aeroporti. Questo rappresenta una svolta nel controllo del traffico aereo. Grazie alla remotizzazione delle torri di controllo sarà possibile garantire l’assistenza a decolli, atterraggi e movimentazione al suolo in modo più efficiente e flessibile a beneficio degli aeroporti e dei territori. Potremo, ad esempio, garantire il servizio h24 anche su quegli scali in cui oggi non è previsto”.
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La nuova Torre di controllo remota può aiutare, in qualche modo, a ricalibrare le emissioni aeree, in ottica di “cambiamento climatico”?
“Certamente l’introduzione delle torri remote può creare benefici anche in termini di sostenibilità – continua Laura Delvecchio – ad esempio, per il minor ricorso a strutture civili che hanno impatto sul territorio. Tutta la tecnologia di cui dispone una torre digitale è un abilitatore per gestire il traffico aereo in modo più efficiente e quindi sostenibile. Ma c’è di più: tenere un aeroporto aperto la notte, favorendo i voli cargo, significa risparmiare il trasporto su gomma alla merce proveniente da luoghi, e aeroporti, più lontani”.
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Per concludere, Laura: dal suo punto di vista cosa manca alla cultura italiana nel dare giusto supporto alle donne nelle loro carriere lavorative? È solo una questione di abitudine o si può agire diversamente?
“Si tratta di un cambio culturale e come tale c’è bisogno di tempo e soprattutto di persone e organizzazioni in grado di realizzarlo. Ritengo però che questo sia un tema così complesso da non poter essere affrontato in maniera sintetica, tanto più dalla sottoscritta che ha trovato in ENAV una società all’avanguardia non solo tecnologicamente ma anche come sistema di valori. Sono la testimonianza di come si possa riuscire con dedizione e impegno a ottenere dei risultati. E non sono la sola nella mia società: sono tante le donne a ricoprire ruoli di responsabilità, dalla mia vice responsabile di Brindisi alla collega responsabile della Torre di controllo dell’aeroporto di Verona”.
Damiano Martin