Il servizio è sperimentale ma già si guarda ai Giochi Olimpici del 2026
Poteva sembrare una comunicazione di servizio, ma non lo è affatto. Invece, è un ulteriore segnale positivo sul fronte della tutela sanitaria e della nostra salute. Che non va in vacanza.
O meglio, ci va con noi quando stacchiamo almeno per qualche giorno dai ritmi di lavoro e dalla routine cittadina.
La notizia è quella della sperimentazione per i mesi di luglio e agosto di un secondo servizio di elisoccorso in provincia di Belluno, in particolare nell’area dolomitica.
Il secondo elicottero, gestito dalla onlus Dolomiti Emergency, che affiancherà per i due mesi di punta del turismo montano quello del Suem-118 di stanza a Pieve di Cadore (attualmente dislocato a Belluno per i lavori alla base del maggiore ospedale cadorino), sarà a disposizione della centrale Suem-118 a Cortina d’Ampezzo all’elisuperficie di Fiames.
A questo si aggiunge l’aumento del numero di rifugi di montagna con piazzole abilitate al volo notturno così da creare una rete sempre più capillare e diffusa di aree coperte da questo prezioso servizio di emergenza che, soprattutto nei mesi estivi con il grande afflusso di turisti, può definirsi salvavita.
Così adesso i rifugi capaci di accogliere l’elisoccorso, anche in ore notturne, sono l’Averau, l’Antelao, l’Auronzo e il Lavaredo in area Cortina, il Chiggiato (Calalzo), il Laresei (Falcade), il Padova (Domegge), il Sassobianco (Agordino) e il Tissi (area di Alleghe).
Territorio e vacanze sicure
Un notevole incremento, in termini di sicurezza, per i residenti delle cosiddette Terre Alte, per i villeggianti e gli escursionisti, che per concretizzarsi ha visto la mobilitazione di importanti attori del soccorso e dell’emergenza-urgenza.
Primo fra tutti, la Ulss 1 Dolomiti, Dolomiti Emergency, il Soccorso Alpino e il Coordinamento regionale Emergenza Urgenza della Regione Veneto (Creu).
Nel complesso le piazzole nella provincia dolomitica sono ora 45.
La fase sperimentale è limitata all’estate 2022, saranno i numeri a dare valore a questo nuovo servizio, ha commentato il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, per fare in modo che
possa essere rinnovato il prossimo anno su base più strutturale.
In realtà, è una storia già scritta e che le cronache vacanziere conoscono molto bene.
Al di là della massa di turisti che sale sulle nostre montagne in estate (sia italiani che stranieri, esperti o improvvisati escursionisti), i bollettini (e i conseguenti interventi di soccorso) raccontano di numerosi incidenti e infortuni, dai più banali ai più gravi e drammatici.
Un esempio è il boom del cicloturismo e la diffusione delle e-bike: si sono moltiplicate le cadute con conseguenze anche gravi, soprattutto sui percorsi più difficili e quindi anche con operazioni di non semplice recupero.
Lo stesso dicasi per le arrampicate e ancora di più per chi si cimenta su sentieri in quota con ferrate che troppo spesso vengono affrontate senza l’adeguata preparazione fisica e attrezzatura. Eppure tutti vogliamo andare in montagna facendo leva sull’effetto termometro: più sale la temperatura in città, maggiore è l’affollamento della montagna.
Ovviamente, le Dolomiti sono un’irresistibile attrattiva.
Montagne più affollate
“Così, siamo sempre più in volo per qualche incidente o il recupero di chi rimane senza più possibilità di continuare o rientrare da una scalata, magari anche solo per un improvviso temporale che in montagna, in estate è da mettere sempre in conto” ci dice un operatore del soccorso che aggiunge “Le ore più a rischio sono nel pomeriggio, quando la gente è più stanca e quindi l’attenzione diminuisce mentre aumenta la possibilità di farsi male”.
I numeri della Ulss 1 Dolomiti sono eloquenti: nel 2021, le missioni totali di elisoccorso hanno raggiunto le 895, in aumento rispetto alle 873 dell’anno precedente.
Con 26 missioni notturne alla data odierna dal settembre 2021.
Se poi si analizzano i dati del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, appare subito evidente l’importanza di disporre di mezzi in genere e in particolare di elicotteri e di aree attrezzate
per accoglierli. Il 2019 aveva fatto registrare il record di incidenti con un incremento del 7,1% a 10.234 con 446 morti. Questo a livello Italia.
La provincia di Belluno s’inserisce in questa casistica, spiega il dottor Paolo Rosi, direttore del Dipartimento regionale Suem-118.
“Quest’operazione tiene conto proprio dell’incremento delle richieste di intervento di soccorso nei mesi estivi. Considerando che a livello generale la percentuale maggiore di interventi interessa l’escursionismo”. E si guarda in avanti, con la scadenza dei giochi olimpici del 2026.
A cominciare dal capitolo finanziario.
I costi per il secondo elicottero, che sarà noleggiato e non è parte della flotta Suem-118 del Veneto, sono sostenuti per circa il 70% da Dolomiti Emergency, ci conferma Laura Menegus, presidente della onlus che punta ai 18mila associati entro fine anno, e per il 25% dal Suem-118, a cui si aggiungono alcuni partner e sponsor. “Un progetto cui si sta lavorando da un anno e i cui ultimi dettagli sono in via precisazione – risponde Menegus da Cortina d’Ampezzo – infatti il pubblico vede il risultato finale, l’elicottero che interviene e contribuisce a risolvere una criticità, ma dietro c’è una complessa struttura organizzativa, anche perché il presidio ha come prima destinatario proprio le popolazioni residenti nelle nostre aree montane e la necessità di rapidi soccorsi”.
La regia del progetto è dell’Ulss 1 Dolomiti e specificamente la Direttrice generale, Maria Grazia Carraro: “Secondo elicottero per le Terre Alte, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, e
rafforzamento delle piazzole per il volo notturno, così si rende ancora più sicura la nostra montagna – dice -. L’attenzione dell’Ulss 1 Dolomiti è certamente un impegno non solo per chi viene qui da turista, ma soprattutto per chi ci vive”. Ed è ancora Carraro che sottolinea le sinergie tra i vari soggetti che hanno partecipato alla realizzazione di questo servizio “Che si propone come modello di soccorso adatto a zone impervie con alta affluenza di persone in stagione rendendo ancora più performante la macchina dei soccorsi in ambito montano”.
L’elisoccorso non è un taxi è il mantra ripetuto soprattutto all’indirizzo a quei villeggianti poco attenti, anzi troppo spesso sprovveduti, che affollano le nostre montagne. Però il presidente Zaia ha
voluto sottolineare il grande lavoro in prospettiva dei Giochi olimpici invernali del 2026: “Questa novità è come un test per un’occasione mondiale in cui nulla, ma proprio nulla potrà essere lasciato al caso”.
Agostino Buda