Sempre più ecofriendly, il nuovo picnic ha le sue regole. Pur nelle diversità in cui si svolge nel mondo
Il picnic più famoso è sicuramente quello dipinto da Édouard Manet nel 1863, “Le déjeuner sur l’herbe“, la famosa “Colazione sull’erba” in cui una formosa e disinvolta donna nuda condivide un picnic con due giovani eleganti, vestiti di tutto punto.
La moda del picnic, di cui il prossimo 18 giugno si festeggia la giornata mondiale, risale alla Francia di fine Seicento, e non fu il popolo ad idearla, bensì gli aristocratici che trovarono questo escamotage per sfuggire, almeno ogni tanto, ai lunghi e cerimoniosi banchetti ufficiali.
Un modo per rilassarsi nella natura con informali tavolate all’aria aperta, soprattutto in occasione delle battute di caccia.
Da un punto di vista etimologico, la parola picnic, di cui l’Oxford English Dictionary registra l’apparizione del vocabolo nel 1748, deriva dal termine composto piquenique che in francese abbina piquer (rubacchiare, spilluzzicare) all’arcaico nique (piccola cosa di poco valore).
Oggi il picnic è praticato ovunque, in Inghilterra in primis, Paese che dedica non un solo giorno ma addirittura un’intera settimana alla celebrazione del picnic.
Come ogni cosa condivisa, anche il picnic ha un suo decalogo, anche se ogni Paese ha le proprie regole.
In Italia, come d’altronde quasi ovunque, sarebbe per esempio improponibile allestire un picnic sull’erba tra tombe e mausolei storici, cosa invece normale in India, dove ad esempio i Lodi Garden di New Delhi, ultima dimora di alcuni sultani, ospitano nei week end i picnic di allegre e coloratissime comitive che condividono profumati manicaretti al curry tra gli imponenti mausolei Moghul.
Ancora più inusuali i picnic che si svolgono in Messico nel Giorno dei Morti, direttamente nei cimiteri, tra le lapidi, dove il pasto è virtualmente condiviso tra vivi e defunti, un rito apparentemente macabro ma che in realtà ha una lunga tradizione e si celebra in un contesto allegro e rilassato. E sì perchè il picnic, che conta migliaia di gruppi Facebook e oltre 6 milioni di hashtag su Instagram, ha soprattutto una funzione sociale e ludica e non solamente alimentare, un rito in cui il contatto con la natura e la condivisione del cibo, in piccole porzioni tutte diverse, sono elementi imprescindibili.
Il nuovo picnic: ecofriendly
Negli ultimi due anni, complice la pandemia e la chiusura intermittente di ristoranti e locali, si è riscoperta l’esigenza di stare all’aria aperta, tra il verde, e il pranzo al sacco, anche in Italia è diventato uno dei modi più apprezzati per divertirsi e stare in compagnia.
Il mantra “ognuno porti ciò che vuole, così ci si divide il lavoro e si gustano tante cose diverse” ha però i suoi rischi, soprattutto quello di trasformare il pranzo al sacco in una grande abbuffata con tutte le controindicazioni del caso.
Meglio quindi, per evitare gli eccessi ed il rischio, a fine giornata, di buttare il cibo avanzato, decidere prima come suddividere tra tutti le portate, così da approcciare il picnic in maniera più sana ed equilibrata.
A volte, nella fretta e nell’entusiasmo si rischia infatti di privilegiare l’aspetto “goloso”, trascurando il lato salutare.
Per un approccio più equilibrato al picnic i nutrizionisti consigliano le macedonie di frutta, la verdura cruda, le insalate di pasta o di riso.
Il vecchio cestino sostituito dalla borsa frigo
Le verdure sono l’alimento ideale da portare all’aperto perché consentono una facile idratazione, compensando una maggiore attività fisica.
Salumi, roastbeef, frittate, torte salate non devono essere considerati antipasti ma secondi piatti, visto il loro apporto calorico e l’impegno digestivo che richiedono, così come bisogna moderare la quantità di focaccine ripiene, finger-food di carne e insaccati, polpettine, muffin salati, cubetti di quiche, patatine e le manciate di salatini.
Tra le ricette semplici i pomodori ripieni di riso, con basilico, tonno e capperi, sono perfetti perchè si possono gustare sia caldi che tiepidi ma anche freddi.
Chi vuole optare per i classici panini deve però fare attenzione ai formaggi: quelli a pasta molle si deteriorano più facilmente quindi meglio i formaggi a pasta dura che resistono meglio al caldo, come caciotta, pecorino o parmigiano. Va bene anche la mozzarella, ma conservata rigorosamente in un contenitore e in borsa frigo.
Altro must del picnic è infatti la presenza imprescindibile della borsa frigo, anzitutto per mantenere fresca l’acqua che non deve mai mancare: non si può infatti pasteggiare sotto il sole e con il caldo solo con birra o vino, soprattutto quando è previsto un viaggio di ritorno in macchina dal luogo del picnic.
Gli accorgimenti del caso
La borsa frigo inoltre impedisce il deterioramento dei cibi, dei panini in particolare che con il caldo possono perdere la loro fragranza.
Un ottimo accorgimento, oltre a quello di lavare la frutta e la verdura in precedenza, chiudendo poi tutto ermeticamente, è il panino espresso, preparato al momento. E’ sufficiente portare con sé i vari ingredienti in contenitori separati: ad esempio verdure grigliate, prosciutto, formaggio per garantire un miglior risultato. Evitare poi farciture e creme, anche per i dolci meglio prevedere qualcosa di secco, come i muffin o i plumcake.
Sono da evitare anche le bevande dolcificate, perché potrebbero attirare gli insetti creando disagio.
Se il picnic si svolge in spiaggia è consigliato mangiucchiare poche cose di tanto in tanto piuttosto che concentrare tutto in un unico pasto in modo da poter fare, in sicurezza, più bagni durante la giornata. Sempre al mare sono da evitare le birre gelate prima di entrare in acqua, onde evitare uno shock termico (anche il gelato, sopratutto per i bambini), e l’uso esagerato di olio per condire pasta o riso freddo, perchè anche crudo l’olio è poco digeribile. Cibi molto unti o con salse pesanti, oltre ad appesantire troppo la digestione (tutti i grassi rallentano infatti lo svuotamento dello stomaco), risultano inoltre scomodi dato che sporcano facilmente.
Per un picnic a impatto zero è fondamentale evitare il più possibile l’usa e getta.
Alle stoviglie in plastica, quindi, sono preferibili quelle in materiale biodegradabile e compostabili, molto più eco-friendly: ad esempio in polpa di cellulosa, Mater-bi o polilattato, un polimero ricavato dal mais. Stoviglie, tovagliolini, posate, bicchieri ed avanzi di cibo dovranno comunque essere smaltiti a casa, sia per poter così effettuare la differenziata sia per eludere l’utilizzo dei pochi cestini presenti, spesso già traboccanti. L’importante è, comunque, lasciare sempre il prato o la spiaggia dove si è fatto picnic come li si è trovati.
Un’idea pratica e green è utilizzare contenitori mono-porzioni come barattoli in vetro dalla chiusura ermetica per mini-insalate, pasta fredda, piatti unici a base di cereali e verdure.
Un oggetto immancabile in qualsiasi picnic, oltre allo spray contro insetti e zanzare, è il plaid o la coperta, da appoggiare sul prato, meglio se con un lato plastificato, che garantisce un migliore isolamento dal terreno e risulta più facile da pulire. Da non dimenticare infine, il thermos per non rinunciare al caffè o al thè caldo nemmeno en plein air, la crema protettiva per proteggersi dal sole e un ombrello se il tempo dovesse cambiare all’improvviso. Buon picnic.
Claudia Meschini
Che articolo interessante grazie brava claudia