A Padova, dal 3 al 5 giugno, ritorna l’appuntamento con la Scienza.
120 incontri, divertimento e tanti ospiti internazionali
«Con un mondo che cambia sempre più in fretta, tante delle nostre conoscenze rischiano di diventare obsolete molto presto e, dunque, ci chiederemo come può la scienza, con la sua capacità di interpretare la realtà, aiutarci ad accompagnare l’evoluzione della società».
Anticipa con queste parole Massimo Polidoro, segretario e direttore del Cicap Fest, il Festival della Scienza che si terrà dal 3 al 5 giugno a Padova, nella città che ospita la sede del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze.
Dopo un 2020 in cui l’evento si è svolto interamente online e una versione “ibrida” nel 2021, il Cicap Fest ritorna alla sua piena espressione con 120 incontri in tre giorni.
Il tema di questa quinta edizione è – Dai sogni della fantascienza alle sfide globali: quale domani ci attende? – a sottolineare come l’innovazione scientifica, guidata dall’immaginazione e dalla curiosità, possa essere il faro per affrontare il futuro.
Il Cicap Fest 2022
Il vasto programma del Cicap Fest 2022 tratterà della crisi climatica, della salute dell’essere umano, delle innovazioni che ci attendono e del cibo che mangeremo un domani, ma anche delle questioni di genere e di come comicità e magia possano veicolare determinati messaggi.
Il tutto sarà collegato dal filo conduttore che riguarda l’informazione e la disinformazione, tema caro al Comitato fondato da Piero Angela (oggi presidente onorario), insieme ad altre personalità di scienza e cultura, tra cui Umberto Eco, Rita Levi Montalcini, Silvio Garattini, Carlo Rubbia, Umberto Veronesi e Margherita Hack, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita (12 giugno).
Si comincia con il tema Salute
Il festival inizierà e terminerà nell’Aula Magna di Palazzo Bo, sede dell’ateneo padovano che quest’anno celebra i suoi 800 anni di storia.
L’inaugurazione è prevista alle 17.30 del 3 giugno, quando Vicente Vérez Bencomo, direttore del team cubano che ha sviluppato Soberana, racconterà Il vaccino fatto a Cuba: una storia di successo insieme a Sergio Della Sala, professore di neuroscienze cognitive all’università di Edimburgo.
La chiusura sarà invece affidata al filosofo della scienza Telmo Pievani, domenica 5 giugno, sempre alle 17.30, con un messaggio di speranza verso il futuro grazie alla narrazione delle scoperte scientifiche ‘casuali’ del passato.
Il domani ambientale che ci aspetta
La più grande sfida che l’uomo abbia mai affrontato: sopravvivere a se stesso di fronte al cambiamento climatico. Il problema della crisi ambientale verrà affrontato secondo diversi punti di vista: dalla sostenibilità alimentare alla perdita di biodiversità, dalla Bioetica all’approcio giuridico.
Su questo punto interverranno Luigi Ferrajoli e Maria Berica Rasotto, i quali dialogheranno sulla possibilità di redarre una ‘Costituzione della Terra’.
Sarà presentata un’indagine su quella che è stata definita la ‘Chernobyl d’Italia’: l’incidente di Seveso (con Matteo Liuzzi e Niccolò Martin). Federico Taddia e Elisa Palazzi rivolgeranno invece la loro attenzione alle eccellenze scientifiche impegnate nella lotta al climate change.
Negli ultimi due anni dovremmo aver imparato quanto l’ambiente sia intrecciato alla salute umana. Si discuterà quindi, tra le altre, delle prospettive future della medicina e delle disuguaglianze relative alla salute (con Francesco Perrone, presidente AIOM e Paolo Vineis, professore di Epidemiologia Ambientale all’Imperial College di Londra).
Cibo del futuro: tra sostenibilità e… insetti
Se da una parte il Cicap Fest si interrogherà sull’evoluzione del cibo e della sua produzione, nonché dei consumi, con Elena Doglietti, Fedra Fumagalli e Nicoletta Boldrini, dall’altra parte ci si chiederà se gli insetti potranno sostituire l’apporto proteico alle nostre alimentazioni grazie a Enzo Moretto (direttore di Esapolis – museo degli insetti di Padova).
Sarà compito di Daniele Modesto, CEO di Zero Vertical Farms, spiegare il contributo tecnologico per le coltivazioni verticali.
Gli ospiti internazionali
Tra gli ospiti internazionali, Sir Michael Marmot, direttore dell’UCL Institute of Health Equity di Londra; Michael Mann, climatologo e geofisico, direttore dell’Earth System Science Center presso la Pennsylvania State University, Edith Widder, oceanografa e biologa marina, CEO e Senior Scientist presso l’Ocean Research & Conservation Association; Mitchell Valdes-Sosa, direttore dell’Istituto di Scienze de L’Avana, a Cuba, Susan Schneider, biopsicologa all’Università del Pacifico, in California; Peter Godfrey-Smith, filosofo della scienza dell’Università di Sydney; Sheila Jasanoff, docente di Etica delle tecnologie alla Harvard Kennedy School; Lee McIntyre, filosofo e ricercatore al Center for Philosophy and History of Science at Boston University, e docente ad Harvard; Julia Galef, fondatrice del Center for Applied Rationality.
Dentro il Festival, tra divertimento e magia
Parte degli incontri previsti nel programma saranno trasmessi, come hanno insegnato i lockdown, nei canali social del Cicap e del Cicap Fest.
Oltre agli incontri, sono previste la mostra in anteprima, curata dalla Fondazione AIRC “Ricercalcubo, -“Tutte le facce della ricerca sul cancro”, che ripercorre l’intreccio e gli incroci della storia della cura dei tumori, e diverse attività, tra laboratori e workshop, rivolte a famiglie e ragazzi.
Non mancheranno i momenti di svago, grazie alla partecipazioni di famosi stand up comedian (Francesco De Carlo, Maria Di Biase e Corrado Nuzzo, Daniele Fabbri, Chiara Galeazzi, Michela Giraud e Saverio Raimondo), incontri nelle piazze, interviste su divani a rotelle e spettacoli di illusionismo e magia, a dimostrare come il cervello umano sia facilmente ingannabile, tanto nei trucchi quanto nella falsa informazione.
Una lucida e ragionata fede scientifica
È proprio il professor Pievani a riassumere al meglio l’obiettivo del Cicap Fest «La scienza naviga nell’incertezza e approda spesso a scoperte impreviste, eppure riesce talvolta a fare previsioni attendibili e soprattutto ad avvertirci dei rischi che corriamo».
Dopo due anni di sfiducia, in cui sembra che l’intelligenza umana abbia fallito nel preservarci sul pianeta Terra, occorre una lucida e ragionata ‘fede scientifica’, che ci permetta di convivere con noi e con l’ecosistema in cui siamo calati, per continuare sulla strada del progresso.
Damiano Martin