Impollinatrici a rischio per inquinamento e pesticidi, cosa possiamo fare per proteggerle
Le osserviamo volare di fiore in fiore e magari ne temiamo la puntura. Pochi però si soffermano a riflettere sulla loro importanza per la biodiversità.
Proprio per ricordare il loro ruolo fondamentale, il 20 maggio di ogni anno, dal 2017, quando la istituì L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si celebra la giornata mondiale delle api e degli altri insetti impollinatori come vespe, farfalle, falene e coleotteri. Un esercito di oltre 20.000 specie che garantisce quasi il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore e l’80% di quelle che producono cibo e prodotti per il consumo umano, pari al 35% della produzione agricola mondiale.
Lo spopolamento degli alveari
Tra gli impollinatori, le specie del genere Apis sono le più numerose.
La più popolare è l’ape domestica, nome scientifico Apis mellifera, conosciuta come ape italica. Il valore di questa specie originaria dall’Europa, dall’Asia e dall’Africa è legato anche alla produzione di miele, cera, propoli e pappa reale.
I dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale dicono che in tutta l’Unione Europea ci sono almeno 600.000 apicoltori che gestiscono 17 milioni di alveari e producono circa 250.000 tonnellate di miele l’anno.
In Italia al 2020 ne risultano censiti 65.000 e 1.950.000 alveari. Purtroppo però negli ultimi anni, a partire dal 2003, gli apicoltori devono fare i conti con il grave fenomeno della riduzione del numero delle colonie e il declino delle loro popolazioni. La moria si concentra in primavera, periodo in cui è più intensa l’attività di bottinamento delle api e dipende da vari fattori. Le cause principali sono l’inquinamento da pesticidi e cambiamenti climatici; la distruzione, il degrado e la frammentazione degli habitat; l’agricoltura intensiva.
La giornata mondiale per la difesa degli impollinatori
Fu la Slovenia a proporre alle Nazioni Unite di proclamare il 20 maggio Giornata mondiale della api con l’obiettivo di sensibilizzare sulla conoscenza e l’importanza di questi insetti.
In occasione della ricorrenza, il WWF Italia promuove il progetto “Diamo una casa alle api” che punta a realizzare e gestire in 20 oasi WWF sul territorio nazionale delle aree apposite per facilitare la vita alle impollinatrici. Da parte sua, La FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, sta esortando governi, aziende private, ricercatori e consumatori ad agire per aiutare a proteggere le minuscole creature. Anche il Distretto 2110 del Rotary International, considerato il ruolo importante della scuola, ha promosso il concorso “SOS Api” per sensibilizzare le giovani generazioni verso tematiche ambientali e di biodiversità, in particolare rivolto a questi insetti che rischiamo di scomparire.
Ridurre gli effetti negativi per gli impollinatori si può
Pur se i dati rilevati da Ispra fanno ipotizzare un trend in aumento dei casi di moria di api, la buona notizia è che adottando una serie di misure è possibile ridurre i rischi di effetti negativi per la loro sopravvivenza.
Queste sono ad esempio il rispetto delle norme e raccomandazioni di uso riportate sui prodotti fitosanitari, un’agricoltura sostenibile che preveda la realizzazione di siepi o strisce tra i filari delle colture erbacee e arboree o di macchie di piante selvatiche da fiore per mantenere o creare una maggiore diversità di habitat. E poi la riduzione dell’uso di pesticidi e il miglioramento delle pratiche di allevamento delle api domestiche, in particolare riguardo al controllo di patogeni e parassiti che minacciano gli insetti. Oltre a una migliore regolamentazione del commercio e dell’uso di impollinatori anche nella loro riproduzione.
Silvia Bolognini