Un’ordinanza della Capitaneria di Porto impedisce fino al 27 maggio ogni attività anche in alcune delle località più note
Si avvicina l’estate e le spiagge sarde… chiudono. Comprese quelle di alcune tra le località più conosciute dagli amanti del mare: da Villasimius a Poetto, da Porto Pino a Cala Pina e Capo Ferrato. Tutto questo per le esigenze militari della Nato, che ha programmato in Sardegna un’imponente esercitazione di guerra simulata, non solo nei 3 poligoni, fino al prossimo 27 maggio.
Quelle interessate dall’ordinanza della Capitaneria di Porto di Cagliari del 5 maggio, che ha avuto “decorrenza immediata”, sono esattamente 9 aree costiere e 7 aree di mare. Qui, fino al termine delle manovre militari, è vietato praticamente tutto: transito, sosta, mavigazione, ancoraggio di ogni imbarcazione, immersioni, balneazione, pesca e mestieri affini.
L’esercitazione Nato in Sardegna
In questi giorni è previsto l’arrivo in Sardegna di oltre 4 mila uomini provenienti da 7 Paesi della Nato, tra cui, oltre l’Italia, Germania, Spagna e Usa, con oltre 65 mezzi militari navali e aerei, compresi caccia bombardieri.
Le esercitazioni sono state programmate dallo Stato Maggiore della Difesa per testare armamenti di ultima generazione.
Tra le simulazioni, quella di un minamento a mare della rada di fronte alla penisola di Capo Teulada.
È questa una delle zone interessate, in alcuni casi a partire dal 5 e in altre dal 10 maggio, insieme al golfo di Palmas, a sud dell’isola di Sant’Antioco, Sant’Anna Arresi, Domus de Maria, Sarroch, Quartu Sant’Elena, Muravera e Villaputzu. E ai 3 poligoni: Quirra-Perdasdefogu, Capo Frasca e Teulada.
Esercitazione Nato: le polemiche
L’ordinanza della Capitaneria prevede che i trasgressori “saranno puniti a norma di legge e ritenuti responsabili civilmente e penalmente dei danni arrecati alle persone e/o cose derivanti dal loro illecito comportamento”.
La decisione ha suscitato diverse reazioni contrarie, a partire da quelle degli operatori turistici, per il rischio di un calo di prenotazioni, legate anche al particolare momento storico.
Con 35 mila ettari di servitù militari, la Sardegna è uno dei territori in cui si trovano alcune delle principali basi militari statunitensi del Mediterraneo e dagli anni ’50 è considerata dalla Nato una grande area strategica.
La presenza militare nell’isola, però, da una dozzina d’anni è al centro di indagini e inchieste anche sul fronte ambientale, per le numerose denunce di utilizzo di materiali radioattivi, che avrebbero portato a inquinare terra, aria e acqua, con conseguenze fisiche per uomini e animali.
Alberto Minazzi