La sentenza 88/2022 amplia il diritto di riceverla, a determinate condizioni, anche a separati, divorziati, superstiti di unioni civili, figli e nipoti
Arrivano importanti novità su chi ha diritto alla pensione di reversibilità, il trattamento economico riconosciuto dall’INPS riservato ai familiari di un pensionato deceduto.
Lo stabilisce la Corte costituzionale con la recente sentenza secondo la quale il pagamento mensile di una quota percentuale della pensione del defunto non sarà più riconosciuta solo al coniuge. Secondo la numero 88 dello scorso aprile, infatti, il beneficio si è allargato arrivando anche all’ex coniuge divorziato e altre persone.
Pensione di reversibilità anche ai figli
Come spiega l’INPS è un trattamento riconosciuto in caso di decesso del pensionato (pensione di reversibilità) o dell’assicurato (pensione indiretta).
Quest’ultima è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia raggiunto 15 anni di anzianità assicurativa, di cui almeno tre nel quinquennio precedente la data del decesso.
La pensione di reversibilità è ora riconosciuta anche ai figli legittimi, naturali, riconosciuti, dichiarati o adottivi in determinate situazioni.
Possono percepirla i minorenni; gli inabili al lavoro e a carico dei genitori; i figli maggiorenni studenti a carico del genitore che non prestano attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici nei limiti del 21esimo anno di età; i maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non lavorano, che frequentano l’università nei limiti della durata del corso di studi e non oltre il 26esimo anno di età. In mancanza di coniugi o figli la reversibilità spetta ai genitori a carico che hanno più di 65 anni di età; a fratelli celibi e sorelle nubili a carico, inabili al lavoro e senza pensione.
Coniuge ed ex coniuge: una pensione per due
Anche i coniugi superstiti separati, compresi quelli con addebito e senza diritto agli alimenti, e divorziati hanno diritto alla reversibilità.
Questi ultimi a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, che non si sia risposato e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Se ci sono sia il coniuge sia un ex coniuge, la reversibilità va ripartita tra loro in base alla durata dei singoli matrimoni e delle eventuali convivenze more uxorio. Oltre all’importo dell’assegno divorzile e la posizione economica dei superstiti.
In caso di convivenza di fatto non si ha diritto alla reversibilità tranne nel caso in cui il defunto abbia lasciato un testamento e nominato il partner come erede, secondo una sentenza del 2019. La sentenza 88/2022 ha stabilito anche che la pensione di reversibilità dei nonni deve essere concessa non solo ai nipoti minorenni ma anche ai maggiorenni orfani dei genitori e inabili al lavoro.
Quanto spetta
Le percentuali sono differenti in base alla composizione della famiglia e alla presenza di figli.
Il 100% va al coniuge con due o più figli e a tre o più figli in assenza del coniuge. Al coniuge con un figlio spetta l’80%, il 60% al coniuge solo o con figli non più a carico. Sempre l’80% con due figli in assenza del coniuge. Un figlio in assenza del coniuge riceverà invece il 70% di reversibilità.
In caso di contitolarità, vale a dire quando ci sono più figli e la pensione spetta all’insieme di persone nel momento in cui un figlio diventa maggiorenne o trova un lavoro o finisce gli studi perde il diritto alla reversibilità e la pensione va ricalcolata per i rimanenti beneficiari. Se il defunto le percepiva, il diritto comprende anche la tredicesima e la quattordicesima.
Come presentare la domanda e da quando decorre
Per ottenere la pensione di reversibilità la domanda deve essere fatta via web all’INPS con il servizio dedicato nel portale dell’Istituto.
In alternativa è possibile rivolgersi al numero di contact center 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile.
E’ possibile anche presentarla tramite enti di patronato e intermediari dell’INPS.
La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese posteriore a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato. Se l’avente diritto dovesse presentare la domanda mesi dopo, ha diritto al rimborso degli arretrati.
Silvia Bolognini