Il Governo frena sugli animali in cattività a tutela della salute umana e dell’ecosistema
Dapprima è arrivata l’introduzione, in Costituzione, dell’integrazione relativa alla difesa degli animali e della biodiversità.
Poi lo stop all’allevamento di animali per la produzione di pellicce.
In seguito il bonus animali, per fare in modo che la loro salute, in tempi di crisi, non sia trascurata e che continuino a essere fatti loro i controlli e/o interventi veterinari necessari.
Ora il Governo firma i decreti attuativi della legge che vieta di tenere in casa specie esotiche e selvatiche e adegua la nostra legislazione alle più recenti disposizioni europee mettendo dei paletti all’importazione di animali detenuti in cattività e legiferando in materia di prevenzione e controllo delle malattie animali trasmissibili all’uomo.
Nuovi decreti sugli animali
La direzione può essere riassunta nel concetto “prevenire è meglio che curare” e tiene conto, si legge nel decreto, “del legame tra sanità animale e sanità pubblica, ambiente, sicurezza degli alimenti e dei mangimi, benessere animale, antimicrobico resistenza e degli aspetti produttivi ed economici del settore zootecnico”.
L’Italia è il quinto Paese europeo ad aver recepito le nuove disposizioni europee. Prima l’hanno fatto Olanda, Cipro, Lussemburgo e Belgio.
Lo stop del commercio di fauna selvatica ed esotica
Sono circa 3 milioni gli animali selvatici ed esotici che vivono nelle case italiane.
Si stima che il 150% di questi non sia censito e che uno su sei possa trasmettere malattie zoonotiche all’uomo.
Nessuno di questi sarà portato via ai rispettivi proprietari ma la nuova legge, che entrerà in vigore l’8 maggio, impedirà che altri animali esotici o selvatici siano importati o allevati nel nostro Paese.
Tra le malattie zoonotiche risulta anche Covid 19. Il divieto di commercio e di allevamento tutela quindi la salute umana e risulta nel contempo una misura di salvaguardia ambientale.
Lo stop alle “mode strane”
Tenere in casa serpenti, grandi felini, scorpioni, ragni velenosi e pipistrelli è stata per numerosi anni una tendenza sempre più frequente.
Ma questi animali, definiti specie invasive aliene, sono costretti a vivere in cattività e non di rado sono stati liberati sul territorio senza pensare alle problematiche che avrebbero potuto innescare, per l’uomo e per l’ambiente.
Mode o manie di collezionismo, dunque, con il divieto dovrebbero trovar fine, per buona pace di una popolazione di mammiferi, uccelli, pesci e rettili che Euromonitor ha stimato arrivare a 50 milioni di esemplari.
L’istituzione di un registro nazionale
I nuovi decreti attuativi prevedono anche l’istituzione di una Banca Dati Nazionale in cui siano registrati gli stabilimenti in cui si trovano gli animali, identificati gli animali in questione e anche gli operatori. Per ogni animale dovrà essere agli atti anche tutta la relativa documentazione.