Un nuovo censimento degli immobili e nuovi strumenti per l’incrocio dei dati
La riforma del catasto si farà. Ma non ci sarà alcun incremento di tasse sulla casa per gli italiani.
Entro l’1 gennaio 2026, però, il patrimonio edilizio italiano avrà una nuova mappatura in grado, secondo gli obiettivi della riforma, di far emergere i circa 1,2 milioni di immobili oggi invisibili.
La base dell’accordo tra centrodestra di Governo ed Esecutivo è la revisione di 2 articoli della delega fiscale: l’articolo 2 e l’articolo 6.
Con la riscrittura del primo articolo, si elimineranno i riferimenti al sistema duale di tassazione, verso cui avrebbe dovuto evolvere il sistema sottoponendo alcuni redditi a imposizione proporzionale e gli altri a imposta progressiva. Resterà dunque in vigore il regime cedolare attuale.
La revisione dell’articolo 6
L’articolo 6 è invece quello che attribuisce al Governo la delega per l’adozione di norme finalizzare a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili.
La modifica richiesta da Lega e Forza Italia riguardava la ventilata introduzione nel nuovo catasto del riferimento ai valori patrimoniali degli immobili.
Con l’accordo raggiunto ora col Governo, le rendite catastali saranno progressivamente aggiornate, ma ancora secondo i criteri stabiliti dalla normativa in vigore.
L’articolo 6 prevedrà espressamente che il maggior gettito fiscale recuperato attraverso il censimento di quelli che ora sono immobili fantasma, venga destinato alla riduzione delle imposte gravanti sulla casa.
Il censimento degli immobili
Per arrivare al nuovo catasto resta dunque requisito prioritario un più approfondito censimento degli immobili esistenti.
A tal fine, la legge delega prevede di mettere a disposizione di Comuni e Agenzia delle Entrate nuovi strumenti, anche attraverso l’incrocio dei dati e la condivisione di informazioni e documenti, per facilitare l’individuazione e la corretta classificazione degli immobili sulla base delle reali consistenze di fatto, destinazioni d’uso e categorie catastali.
Un problema particolarmente sentito in particolare per i terreni edificabili accatastati come agricoli e per gli immobili abusivi.
Il valore degli immobili
Il valore degli immobili, attualmente, è calcolato sulla base degli estimi (cioè il canone d’affitto ricavabile dall’immobile stesso) del 1991.
Le nuove informazioni, secondo l’accordo appena raggiunto, non entreranno comunque in vigore prima del 2026 e non saranno utilizzabili per la determinazione della base imponibile delle tasse che si basano sulle risultanze catastali.
In aggiunta alla rendita catastale già nella disponibilità dell’Agenzia delle Entrate, nel nuovo catasto sarà quindi indicata un’ulteriore rendita, sottoposta ad aggiornamento periodico, sulla base della suddivisione del territorio comunale in ambiti omogenei di riferimento, della rideterminazione delle destinazioni d’uso catastali e dell’adozione di unità di consistenza per gli immobili di tipo ordinario. Sempre ferma restando la possibilità di accedere, nella consultazione catastale, alla banca dati con i valori di mercato degli immobili.
Alberto Minazzi