Il presidente del Consiglio alla plenaria: “Italia pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica”.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi è giunto a Strasburgo dove, nel corso del suo applaudito discorso al al Parlamento Europeo, ha più volte ribadito, riguardo la guerra tra Russia e Ucraina, la necessità di continuare a lavorare per un cessate il fuoco immediato.
“L’aggressione russa – ha detto il premier -ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea, la pace nel nostro continente, basata sul rispetto dei confini territoriali, della sovranità democratica e sull’ utilizzo diplomazia come mezzo di risoluzione delle crisi tra Stati. Una pace basata sul rispetto dei diritti umani e oltraggiata in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell’esercito russo nei confronti di civili inermi”.
Draghi ha rilevato che in una guerra di aggressione “non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste” e che per questo “dobbiamo sostenere Ucraina, il suo governo e il suo popolo”.
Italia pronta a mediare
Ha poi esortato, se questa nuova sfida per le istituzioni europee significa “un percorso che porti a una revisione dei trattati”, ad abbracciarlo con coraggio e fiducia”.
“Proteggere l’Ucraina – ha infatti sottolineato -vuol dire proteggere noi stessi, vuol dire proteggere il progetto di sicurezza e di democrazia che abbiamo costruito insieme negli ultimi settant’anni”.
Motivo per il quale l’Italia, attraverso le parole del suo presidente del Consiglio, si è detta “pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica”.
Draghi: “Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico”
Per facilitare la diplomazia, però, ci vorrebbe una tregua, che darebbe di sicuro un nuovo impulso ai negoziati.
“La guerra in Ucraina – ha continuato Draghi – pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica. E che avviene mentre i nostri Paesi sono ancora alle prese con le conseguenze della maggiore emergenza sanitaria degli ultimi cento anni. Abbiamo bisogno – ha concluso – di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso”.
Macron al telefono con Putin
Nelle stesse ore in cui si è unito il Parlamento europeo, secondo quanto riportato dall’ agenzia di stampa russa Tass, ci sarebbe stata una lunga telefonata tra il presidente francese Emmanuel Macron e il premier russo Vladimir Putin. Putin avrebbe affermato di essere ancora aperto al dialogo con l’Ucraina ma non avrebbe mancato di rilevare che l’occidente non dovrebbe più fornire armi a Kiev.
Consuelo Terrin