Viaggiare in treno lungo tutta l’Europa
C’è chi ha preso il coraggio a due mani, mettendosi sui treni d’Europa in solitaria, e chi si è affidato al migliore amico per intraprendere un viaggio incredibile.
Chi ha viaggiato fino alle coste dell’Atlantico e chi ha scoperto l’Europa dimenticata dei Balcani. E ancora, chi ha preferito scottarsi la pelle a sud, e chi ha viaggiato fino all’aurora boreale svedese.
Cinquant’anni fa veniva venduto il primo Interrail: un “magico” biglietto che permette di prendere indefiniti treni sparsi per l’Europa e viaggiare.
Dopo mezzo secolo, le storie dei viaggiatori continuano a intrecciarsi con le rotaie dei treni europei, narrando ancora il sogno di una unione europea.
Libertà, avventura e comfort
“Non c’è miglior sensazione di libertà, avventura e comfort di un viaggio in treno. L’Interrail è un’esperienza europea che nessun autobus o aereo può trasmettere”.
Parole tinte d’arancio olandese, scritte da Tijmen e condivise da ogni viaggiatore. Acquistare un biglietto Interrail significa avere a disposizione un numero di giornate, da cinque a dieci a indefinite, in cui è possibile viaggiare su qualsiasi treno europeo in un determinato lasso di tempo: da due settimane fino a tre mesi.
Dal Portogallo alla Polonia, dalla Finlandia alla Grecia:a ognuno la propria destinazione.
Il Country pass
Oltre a viaggiare in Europa, con Interrail è possibile scoprire anche solo un paese con il Country pass, un tempo disponibile solo per Italia e Spagna e oggi aperto a ogni paese europeo.
Andrea Paduano, per esempio, è uno dei viaggiatori che ne ha usufruito: il suo viaggio di maturità, “la prima vera esperienza di autonomia”, si è mosso tra Barcellona, Valencia e Madrid. Poi, per la sua laurea magistrale, ha deciso di regalarsi un secondo viaggio, questa volta a nord: Berlino, Amburgo, Copenhagen, Stoccolma, fino all’aurora boreale di Lulea, nel nord scandinavo.
Tante storie lungo i binari
Il cosiddetto “viaggio di maturità” è uno dei più frequenti tra gli Interrail: così è stato per Beatrice Gaborin, per esempio, che ha colto l’occasione per battezzare il suo nuovo zaino da backpacker “Ricky” ed è riuscita, insieme alla sua compagnia, a portare a compimento un viaggio in undici persone, quando ancora non esisteva il roaming dati europeo; probabilmente un record. Solo cartine topografiche, organizzazione e costose chiamate internazionali, con buona pace dei gestori d’ostello che si vedevano arrivare all’improvviso una dozzina di ragazzi ad invadere, insieme, i loro alloggi.
42 treni in 16 giorni
Anche Giuseppe De Gennaro, nel lontano 2011, è stato “incastrato” nel viaggio di maturità del suo amico Alessandro: “Un senso di sicura imprudenza e elettrizzante libertà”, che si tradusse in improbabili goulash a cucine già chiuse, tende piantate nei parchi pubblici per affrontare la notte, perdizioni olandesi e acquazzoni tedeschi, per un totale di 42 treni in 16 giorni.
Ma non di sole vacanze è fatto Interrail: viaggiare in treno può essere un’ottima soluzione per visitare i distaccamenti locali dell’associazione europea AEGEE: così è stato per Tekla, ragazza ungherese che nel 2017, come membro del Comitato direttivo, viaggiò per un mese tra Belgio, Francia, Italia, Germania e Croazia. Per lei, l’Interrail fu tanto stressante quanto interessante, una sfida alla fortuna e un incastro di opposti, tra libertà e pianificazione dettagliata.
Il racconto di Erika al di fuori della bolla europea
Anche Erika Bettin, oggi expat parigina, è passata tramite l’associazione AEGEE per arrivare al suo Interrail, vinto grazie a un concorso per il miglior racconto di viaggio.
Durata di un mese, dieci giorni di viaggio e l’Impero austro-ungarico a disposizione insieme all’amica Chiara, da Venezia a Budapest e ritorno. Tra cambi di valute (ben quattro), scambi linguistici tra europei e coreani e i racconti della guerra nei Balcani, l’Interrail serve anche a ricordare che l’Europa ancora non è unita come vorremmo, anzi.
“In Bosnia e in Serbia, le uniche due nazioni non facenti parte dell’Unione Europea che abbiamo visitato, parlano di ‘andare in Europa’, ‘voi, in Europa’.
Quello che ho visto è una netta separazione, purtroppo, tra est ed ovest, che noi privilegiati non possiamo capire a fondo, abituati alla moneta unica e alla libera circolazione – racconta Erika -. Da europeista convinta, il mio interrail ha lasciato l’amaro in bocca, capendo come fuori dalla bolla europea, l’idea di un’Europa integrata forse non è così vicina come sembra”.
Matteo, una vita in un viaggio
La cura, se mai potessimo chiamarla così, sono esempi di giovani europei.
Matteo Piccinini, nella sua vita universitaria, ha partecipato al progetto Erasmus studiando a Cork e prestato volontariato all’associazione Erasmus Student Network.
Per lui, l’Interrail è stata l’occasione di riassumere una vita in un viaggio, incontrando amici sparsi per l’Europa e rivisitando luoghi che aveva visto con i genitori, in camper, quand’era bambino, e anche un buon modo per conoscere nuove persone durante un folle viaggio su un autobus danese, dopo che un albero interruppe le rotaie del treno, rassicurando i compagni di viaggio e guadagnandosi qualche birra offerta durante un concerto folk a Copenhagen.
Il treno per due
E c’è chi, infine, si mette alla prova come coppia, e affronta l’Europa insieme, per la prima volta, sui treni dell’Interrail.
Daniele Panizzolo e Irene, nel giugno del 2016, dalla loro casa in Inghilterra sono volati fino a Amsterdam, per poi muoversi sui binari tra Parigi, Barcellona e Madrid a suon di foto e paesaggi, tra biciclette e scoperte urbane (“A Madrid manca solo il mare”).
Mezzo secolo fa veniva venduto il primo biglietto Interrail: dopo 50 anni, le sue storie continuano a correre sulle rotaie, in un intreccio di ferro e parole che tengono insieme la parola Europa.
Damiano Martin