Putin aveva annunciato: “farà riflettere chi cerca di minacciare la Russia”
A tutti gli effetti, si è trattato di un test.
E le procedure sono infatti state da protocollo: come previsto dagli accordi internazionali, la notifica di inizio test è regolarmente stata inviata da Mosca agli altri Paesi.
Sarmat, così si chiama il nuovo missile russo appellato anche “Satan II”, è infatti un missile intercontinentale.
Potrebbe colpire sia Europa che Stati Uniti.
La nuova arma non è ancora di fatto “operativa” ma il presidente Vladimir Putin non ha mancato di farne immaginare le conseguenze.
“Farà riflettere chi cerca di minacciare la Russia”, avrebbe detto ai vertici dell’esercito secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tass.
Il Pentagono : “non riteniamo il test una minaccia”
“Non riteniamo il test una minaccia per gli Stati Uniti o i loro alleati”, ha controbattuto il portavoce del Pentagono John Kirby.
Il test era programmato da tempo e ne seguiranno altri.
Washington, secondo quanto ha reso noto la Cnn, “ha seguito la traiettoria del lancio” e considera il test come un’operazione di routine.
Il lancio del nuovo missile è stato effettuato dal cosmodromo di Plesetsk, nella regione di Arkhangelsk.
Una gittata da 18 mila chilometri
Sarmat, secondo quanto rilevato da Putin, è un missile che “non avrà eguali per molto tempo” e “capace di eludere qualsiasi sistema di difesa antimissile“.
Con il lancio del primo test ha coperto una distanza di oltre 5.450 chilometri, cadendo a Kura, in Kamchatka.
Già così sarebbe in grado di raggiungere l’Europa occidentale ma, in base a quanto un anno fa avevano dichiarato all’agenzia Tass fonti militari russe, la sua gittata potrebbe arrivare a coprire ben 18 mila chilometri.
Una distanza che, secondo i piani della Difesa russa, dovrebbe essere raggiunta con il terzo e ultimo test programmato.
Dopo di che, il missile dovrebbe andare a sostituire i vecchi missili in uso a partire dalla base di Krasnoyarsk.