Nel corso della settimana in arrivo il nuovo decreto
Sono attese in questi giorni nuove regole relative alle misure di protezione dal Covid-19.
Il 30 aprile, infatti, è fissata la scadenza dell’obbligo di utilizzo delle mascherine nei luoghi al chiuso e, come prevede l’ultimo decreto del 24 marzo, anche nel corso di alcuni eventi all’aperto: concerti, spettacoli teatrali, stadi, cinema.
Ma non è scontato che, a partire dall’1 maggio, queste misure decadano.
Il Ministero della Salute, alla luce dell’evoluzione epidemiologica, infatti, potrebbe propendere per la linea della cautela, prorogando l’obbligo d’uso di mascherine, forse solo chirurgiche, in alcuni luoghi. Ma tra gli esperti il consiglio è di mantenere ancora un po’ la linea.
“A dircelo sono i numeri – ha spiegato il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi -. Il virus causa mediamente ancora 140 morti al giorno. Siamo in una fase da tenere attentamente sotto controllo. Sappiamo che quando di virus ne circola molto, come ora, questo, replicando, muta“.
Mascherine: prevarrà la cautela?
Se dall’1 maggio potremo abbandonare le mascherine al chiuso per lo meno in alcuni posti, è ancora presto da sapere.
Tra i luoghi in cui, fino a questo momento, sembrava scontato fossero mantenute ancora per un periodo non quantificato, c’erano i mezzi di trasporto pubblico.
«Credo che la direzione sia in via generale quella che si passi a una raccomandazione, perchè sono convinto che in questi due anni gli italiani abbiano preso una consapevolezza diversa – aveva detto poco meno di due settimane fa il sottosegretario al ministero della Salute Andrea Costa -. Una riflessione che invece si può fare è mantenere ancora l’uso della mascherina per i mezzi di trasporto. Questa è la posizione che sostengo io e mi auguro che si possa arrivare a questa sintesi».
Speranza: “Le mascherine sono un presidio fondamentale”
In luoghi e situazioni di aggregazione, sia all’aperto che al chiuso, dunque, potrebbe essere lasciata al buon senso dei cittadini la decisione di indossare o meno una mascherina mentre in ambiti ritenuti ancora di maggior rischio, il governo potrebbe confermare l’obbligatorietà, magari estesa non più necessariamente alla Ffp2 ma a una semplice chirurgica. Come già è stato deciso con il precedente decreto, sarà nelle scuole.
«Oggi le mascherine sono un presidio fondamentale, in questo momento raccomando di usarle quando ci sono rischi perché la circolazione virale è ancora molto alta», ha d’altra parte già detto il ministro della Salute Roberto Speranza.
Oltre a mezzi di trasporto e scuole, l’uso della mascherina potrebbe dover diventare una costante fino a giugno anche nei luoghi di lavoro.
Green pass 1 maggio
In ballo resta anche la questione green pass. Come previsto dal precedente decreto, dall’1 maggio non dovrebbe più esser richiesto in alcun luogo.
Ma la questione è tornata in discussione.
“E’ uno strumento che non ha ancora terminato la sua utilità e che ha ancora una duplice valenza, La prima, che può essersi attenuata un po’ – ha chiarito Walter Ricciardi – è quella di incentivare la vaccinazione. Anche se restano ancora quasi sette milioni di italiani che non hanno fatto la terza dose. Ma l’altra ragione è aiutare i fragili nella loro vita sociale“.
Riguardo le vaccinazioni, Ricciardi ha sottolineato che “nuovi e recenti studi dimostrano che i non vaccinati hanno 5 volte maggiori probabilità di trasmettere il contagio rispetto a chi è immunizzato”.
La linea del governo
Il governo dovrà dunque decidere come procedere. Entro sabato, infatti, è atteso il decreto con le nuove regole.
Secondo alcune indiscrezioni potrebbe prevalere la linea della prudenza, da protrarre per almeno un altro mese.
Mezzi pubblici di ogni tipo, luoghi di lavoro in cui c’è un contatto diretto con il pubblico, stadi, cinema e teatri probabilmente saranno luoghi ritenuti ancora da tutelare e nei quali prevedere dunque l’utilizzo della mascherina. In ballo, però, ci sono anche i negozi, i bar, gli alberghi e i ristoranti.
Per quanto riguarda il green pass, invece, la linea che al momento sembrerebbe prevalere, è quella che lo prevede per l’accesso nelle case di riposto e negli ospedali.
Consuelo Terrin