Dopo le indicazioni dell’Ema, verso la quarta dose di vaccino per gli over 80
L’indicazione di Ema (l’Agenzia del farmaco europea) ed Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) è chiara: il ragionamento sulla somministrazione della quarta dose di vaccino anti-Covid va fatto al momento solo per le fasce d’età più anziane. Una strategia che l’Italia è pronta a recepire.
Lo conferma l’annuncio del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che, intervenendo a “Radio Anch’io” su Radio Uno Rai, ha annunciato: “sulla quarta dose l’Agenzia italiana del farmaco si dovrebbe riunire il 12 aprile per fornirci le indicazioni che poi dovremo accogliere. A oggi è ragionevole pensare che si proceda con la quarta dose per i più anziani, gli over 80. Questo è l’intendimento della comunità scientifica”.
Quarta dose: le indicazioni europee
Costa ha quindi aggiunto: “Sulla quarta dose l’Ema si è espressa e ha indicato di procedere per le fasce d’età più anziane. L’Aifa si esprimerà a giorni e dovrebbe essere in linea con le indicazioni arrivate da Ema”.
È invece opportuno attendere nuovi dati e i risultati delle ricerche in corso prima di valutare l’opportunità di estendere la quarta somministrazione a tutta la popolazione, rendendo in pratica le prassi sul vaccino anti-Covid simili a quelli per i vaccini antinfluenzali.
Una decisione che si basa sul fatto che, per ora, non ci sono chiare indicazioni sull’eventuale diminuzione della protezione vaccinale negli adulti con sistema immunitario non compromesso che si siano sottoposti alle tre inoculazioni del siero.
Quarta dose: a che punto siamo
Attualmente, in Italia, le somministrazioni della quarta dose del vaccino anti-Covid è ammessa per le persone più fragili, cioè affetti da patologie che rendano particolarmente precarie le loro condizioni di salute, come tumori, patologie reumatologiche o neurologiche.
In ogni caso, l’ulteriore inoculazione non può avvenire prima di 4 mesi dalla terza dose. E, in ogni caso, non c’è nessun obbligo, procedendo sempre su base volontaria.
Proprio per questi motivi, anche se dagli studi sulla quarta dose, provenienti soprattutto da Israele, non sono risultati problemi di sicurezza, l’adesione in Italia è stata finora molto limitata. I più recenti dati della Fondazione Gimbe sulle quarte dosi somministrate agli immunocompromessi indicano un numero assoluto di 64.792 dosi inoculate, pari all’8,2% del totale. E si assiste a grandi differenze territoriali, passando dal 36,7% del Piemonte allo 0,8% del Molise.
Covid: il monitoraggio dell’Iss
Nel frattempo, i dati emersi dal primo monitoraggio dell’andamento epidemiologico successivo alla fine dello stato di emergenza e relativi alla settimana dall’1 al 7 aprile, pur avendo registrato un lieve aumento dei ricoveri in area medica, mostrano una frenata dei contagi della nuova ondata pandemica.
L’incidenza, dopo il primo lieve calo della scorsa settimana, scende da 836 a 776 nuovi positivi ogni 100 mila abitanti.
L’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è invece passato dall’1,24 del periodo 9-22 marzo all’1,15 nelle settimane tra il 16 e il 29 marzo.
Stabile a 1,03, invece, l’indice di trasmissibilità sui soli casi con ricovero ospedaliero. Il tasso medio di occupazione dei reparti ordinari è salito dal 15,2% al 15,5%, ma è rimasto fermo al 4,7% quello delle terapie intensive. È rimasta infine una sola regione (non indicata nel comunicato), rispetto alle 4 del precedente bollettino, ad alto rischio.
Green Pass: nuovi allentamenti in arrivo
Nel suo intervento radiofonico, il sottosegretario Costa ha ricordato anche che tra meno di un mese, il 1° maggio, sono previsti ulteriori allentamenti sulla necessità di presentare il Green Pass. “Sostanzialmente, non verrà più richiesto”, ha spiegato. “L’unica riflessione ancora aperta– ha però aggiunto – è sulle mascherine al chiuso se toglierle completamente o mantenerle in alcune circostanze. Per quanto riguarda le mascherine all’interno possiamo trasformare l’obbligo in una raccomandazione. Dopodichè ci possono essere particolari situazioni come nel trasporto, nelle metropolitane, negli autobus, nei treni, dove forse conviene mantenere l’obbligo delle mascherine ancora per un po’”.
Alberto Minazzi