Forse anche l’accisa mobile nel nuovo decreto legge che sarà a ore approvato a Palazzo Chigi
Il Governo sta limando gli ultimi dettagli, ma è ormai praticamente certo che le accise sui carburanti saranno tagliate tra i 10 e i 15 centesimi al litro.
La decisione sarà contenuta nel decreto-legge, pensato per aiutare famiglie e imprese a fronteggiare i rincari energetici, al centro della nuova riunione del Consiglio dei Ministri, attesa nelle prossime ore. Una piccola boccata d’ossigeno che si unirebbe al calo dei prezzi alla pompa registrati nelle ultime ore.
Si ragiona ancora, invece, sull’introduzione della cosiddetta “accisa mobile” su benzina e gasolio proposta dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. E si stanno definendo anche gli interventi per il caro-bollette, che dipenderanno in primis dalla copertura economica del pacchetto di aiuti. Perché, su questo, il premier Mario Draghi è stato chiaro, il Governo non intende ricorrere a nuovo deficit.
Taglio delle accise e accisa mobile
Il taglio delle accise sarebbe applicato per un periodo solo temporaneo, probabilmente di un paio di mesi, come misura straordinaria per affrontare l’attuale ondata di rincari.
La quasi certezza sull’adozione della misura si lega al fatto che, a finanziarla, saranno impiegati i fondi introitati dallo Stato proprio grazie alle maggiori entrate di Iva dovute all’aumento dei prezzi dei carburanti.
Come prospettato dal ministro Cingolani nell’informativa sul rincaro dei costi dell’energia al Senato, il Governo sta però valutando anche un intervento strutturale per contenere eventuali futuri imprevisti aumenti dei prezzi. Si tratta dell’accisa mobile, ovvero l’adeguamento delle quote fisse delle accise alle quotazioni internazionali del greggio.
In sostanza, le maggiori entrate Iva derivanti dai prezzi delle materie prime si accompagnerebbero automaticamente a una diminuzione delle accise.
Benzina e diesel: prezzi in calo
Dopo 3 giorni di calo, le quotazioni internazionali di petrolio e prodotti raffinati hanno ripreso oggi a risalire, con il Brent tornato vicino ai 110 dollari e un rincaro di più di 9 centesimi al litro del prezzo del gasolio. Questo, però, non ha impedito ai prezzi alla pompa di scendere, anche se in maniera inferiore rispetto a quanto attendibile osservando i listini dei principali marchi, rispetto alla precedente rilevazione del Mise del 14 marzo.
Sui circa 15 mila impianti monitorati dall’Osservatorio prezzi alle 8 di ieri mattina, la media della benzina self-service è a 2,212 euro (servito 2,325), con le pompe bianche a 2,180; quella del diesel a 2,213 (2,338 il servito), senza sostanziali differenze tra logo e no-logo. E, tornando all’accisa mobile, Eni si è impegnata a riportare i prezzi a livelli più sostenibili se il Governo prenderà la decisione di introdurre la nuova modalità di calcolo delle accise.
Le altre misure
Sul tema energetico c’è grande attesa anche per le decisioni a livello europeo, con il Presidente del Consiglio Draghi che continua a incontrare i leader in vista del Consiglio dell’Unione del 24 e 25 marzo e la possibilità, dopo questa data, di ulteriori decreti-sostegni.
L’Europa potrebbe infatti dare il via libera a un’apertura temporanea agli aiuti di Stato, come avvenuto per l’emergenza-Covid, o addirittura prevedere un Energy Recovery Fund.
I ministri, nelle ultime ore, hanno invece lavorato alacremente per reperire i fondi necessari alla copertura delle altre misure contenute nel decreto in arrivo.
Servono infatti risorse per poter rafforzare il bonus sociale, introdurre crediti d’imposta per le imprese, nuove possibilità di rateizzazione, cassa integrazione gratuita, rimborsi agli autotrasportatori e controllo dell’export di materie prime strategiche. Il problema del prelievo sugli extra profitti delle società energetiche, che potrebbe essere astrattamente la soluzione, è infatti legato all’impossibilità di applicarlo retroattivamente.
Alberto Minazzi