La richiesta di sospensiva alla Corte Onu era arrivata da Kiev
La Corte internazionale di giustizia, il più alto tribunale dell’Onu, ha ordinato alla Russia di cessare il fuoco contro l’Ucraina.
La sentenza espressa dai giudici presieduti da Joan Donoghue stabilisce che «la Federazione Russa deve sospendere immediatamente l’invasione dell’Ucraina» iniziata il 24 febbraio scorso.
Il caso era stato presentato con urgenza il 27 febbraio dal governo di Kiev alla Corte Onu che dirime le controversie di diritto internazionale tra gli Stati.
La richiesta era di prendere misure sospensive urgenti in attesa della decisione finale, che potrebbe richiedere anni.
La Federazione Russa si era opposta alla richiesta di sospensiva dichiarando che l’ invasione è cominciata per “autodifesa” e che Kiev non ha gli estremi per appellarsi alla Convenzione sul Genocidio del 1948.
Per quest’ultima ragione Mosca aveva chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di non esprimersi sul caso.
La situazione al 22esimo giorno di guerra
La sentenza arriva al 22 esimo giorno di guerra, mentre a Mariupol, come in altre città, si moltiplicano gli attacchi sui civili, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden promette nuovi aiuti militari all’Ucraina (droni e armi anti-aeree per 800 milioni) e la città di Volnovakha, come ha riferito il ministro della Difesa ucraina Oleksii Reznikov, in collegamento con le commissioni Esteri e Difesa del parlamento europeo, « non esiste più perché non è rimasto nemmeno un edificio».
Mattarella sul conflitto nel giorno dell’Unità Nazionale
Sul conflitto in atto, il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella si esprime in occasione della giornata dell’Unità Nazionale che si celebra oggi 17 marzo.
«La indivisibilità della condizione umana – dice Mattarella – ci deve spingere oggi, con fermezza, insieme agli altri Paesi che condividono i valori democratici, ad arginare e a battere le ragioni della guerra aperta dalla Federazione Russa al centro dell’Europa. Italiani ed Europei siamo chiamati alla solidarietà e all’aiuto nei confronti delle popolazioni terribilmente colpite e all’impegno finchè si fermino i combattimenti, si ritirino le forze di occupazione e venga ripristinato il diritto internazionale. Ora più che mai i simboli della Repubblica Italiana, in cui gli italiani si riconoscono, ci inducono a riflettere sull’importanza della libertà, della democrazia, sul valore dei diritti dell’uomo, primo dei quali il diritto a vivere in pace».
Silvia Bolognini