Nuovi protagonisti in campo.
L’Europa dà il via al quarto pacchetto di sanzioni
La Russia chiama Cina e Cecenia a supporto della guerra contro l’Ucraina. E i soldati mercenari siriani, che, secondo alcune fonti non verificate, avrebbero risposto in 40 mila.
Anche la Cecenia è presto scesa in campo. Spaccandosi letteralmente in due.
Proprio da una città ucraina, ieri, il leader Ramzan Kadyrov, fedele a Putin avrebbe postato un video facendo presagire come, con lui e i suoi uomini in azione, la guerra possa diventare ora davvero brutale. Rivolgendosi poi direttamente a Putin, ha chiuso il suo messaggio chiedendogli di “chiudere gli occhi di fronte a tutto e consentire di farla finita in un paio di giorni“.
I veterani del Donbass
Ma la Cecenia non è solo la sua Cecenia. C’è anche l’altra parte, quella che nel Donbass, nel 2014, non si è piegata alle forze russe e i cui veterani si sono schierati a fianco delle forze ucraine.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Agi, si tratterebbe di due unità formatesi “dopo l’annessione della Crimea: il battaglione Sheikh Mansur, attivo soprattutto nella città di Mariupol, e il battaglione Dzhokhar Dudayev, la cui ricostituzione è stata annunciata, pochi giorni fa, in un video dal leader Adam Osmaev”, anch’egli veterano del Donbass.
“Voglio assicurare agli ucraini che i veri ceceni stanno difendendo l’Ucraina oggi – ha detto Osmaev nel suo messaggio -. Questi burattini che combattono per la Russia sono una vergogna per tutta la nostra nazione: li consideriamo solo traditori”.
La Cina e la via della diplomazia
In mezzo a tutto questo, è anche la Cina, alla quale il presidente russo Vladimir Putin avrebbe chiesto aiuti militari e che ieri, nel corso dell’incontro che si è tenuto a Roma con gli Stati Uniti, ha ribadito di non ritenersi parte del conflitto.
Il vertice romano tra il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e e l’alto rappresentante cinese Yang Jiechi si è protratto per ben otto ore.
Gli Stati Uniti hanno ribadito la propria preoccupazione circa un eventuale allineamento della Cina alla Russia allargando i termini del confronto, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, anche alla Corea del Nord e a Taiwan.
“Stati Uniti-Cina: aperte linee di comunicazione”
“Qualsiasi tipo di supporto a Mosca, militare o economico – ha spiegato poi il portavoce del dipartimento di Stato Usa Ned Price – avrebbe implicazioni per le relazioni della Cina in tutto il mondo”.
Al termine dell’incontro le due delegazioni non hanno rilasciato alcuna dichiarazione.
La Casa Bianca però in una nota ha comunicato che i due diplomatici Sullivan e Yang hanno sottolineato “l’importanza di mantenere aperte linee di comunicazione”.
Nel frattempo, questa mattina il consigliere per la sicurezza americano si è incontrato a Palazzo Chigi con Luigi Mattiolo, il consigliere diplomatico del presidente del Consiglio Draghi.
Un quarto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia
Mentre proprio oggi l’Europa ha completato la procedura per introdurre il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia, gli Stati Uniti non escludono un embargo commerciale totale.
A Bruxelles i 27 ambasciatori dei Paesi Ue non sollo hanno dato il via libera alle nuove sanzioni e all’aggiunta di altri noti nomi, tra cui sembra quello di Roman Abramovich, alla black list ma hanno anche votato la sospensione della candidatura della Bielorussia a entrare nell’Organizzazione Mondiale del Commercio e della clausola della “nazione più favorita” per la Russia.
Il ruolo della Bielorussia
Anche la Bielorussia, in queste ultime settimane, è infatti “osservata speciale”.
Nelle ultime ore ancor di più perché un filmato girato nelle vicinanze di Homel, mostrerebbe una colonna composta da una cinquantina di mezzi militari bielorussi potenzialmente in ingresso in Ucraina.
Si trovano a circa 200 km da Kiev e benché siano descritti come convoglio logistico, il timore è che, dalle retrovie, possano agire di supporto all’attacco russo della capitale ucraina.
Consuelo Terrin