Grandi cifre stanziate ma comunque inefficaci per contrastare la crisi di famiglie e imprese per i rincari di gas, energia, costi di materie prime e dei prodotti alimentari.
La guerra in Ucraina ha ulteriormente peggiorato la situazione.
Che fare?
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto nel pomeriggio di oggi, 9 marzo, al question time alla Camera dei deputati, riunitisi per avere aggiornamenti sulla situazione in corso, sulla gestione dell’arrivo dei rifugiati ucraini, sulle politiche di contenimento dei rincari, sulle politiche energetiche e sul nucleare.
La questione profughi e il piano di accoglienza
“La forza e la democrazia di un Paese si misurano anche sulla capacità che ha di difendere la dignità umana – ha risposto Draghi alla domanda sull’arrivo delle migliaia di persone che l’Italia ogni giorno sta accogliendo – A due settimane dall’inizio della guerra, il 9 marzo sono 23.872 gli ucraini arrivati in Italia. 12 mila sono donne, 9700 bambini, 2200 uomini. Il flusso è destinato ad aumentare. I primi strumenti di assistenza sanitaria sono organizzati dalla Protezione Civile, soprattutto per quanto riguarda il Covid 19: chi arriva – ha rilevato – fa un tampone o il vaccino. L’accoglienza prevede tutta una serie di servizi, anche psicologico, di orientamento sul territorio, di apprendimento della lingua e di accompagnamento abitativo, lavorativo, scolastico e sociale. C’è una grande rete di solidarietà delle associazioni, del terzo settore, dei volontari. L’Italia sta facend0 la sua parte. Nel dramma – ha concluso il presidente – scopriamo di essere migliori di come pensiamo di essere, scopriamo la robustezza della nostra società civile“.
Politica sanzionatoria e ripercussioni
“L’Unione Europea ha reagito in modo unito, compatto e rapido all’invasione dell’Ucraina – ha rilevato il presidente del Consiglio riguardo la politica sanzionatoria contro la Russia -. Le sanzioni servono a fare massima pressione sul governo russo perché cessino le ostilità . L‘impegno dell’Italia sul fronte sanzionatorio è stato deciso. Lo stesso impegno lo dobbiamo mettere per aiutare e sostenere famiglie e imprese, soprattutto le più deboli. Queste sanzioni non dureranno poco. Per poter durare devono però essere sostenibili e dobbiamo fare di tutto per renderle tali. L’inflazione è aumentata, la crescita è indebolita da questa situazione. Noi siamo impegnati a tutelare potere d’acquisto delle famiglie e la sopravvivenza delle imprese. Alla Commissione europea – ha concluso il premier – saranno chieste misure che aiutino ad affrontare l’aumento del costo dell’energia”.
Nuovi scenari per il Pnrr
“La situazione geopolitica è indubbiamente mutata. E la normativa relativa al Pnrr offre la possibilità di chiedere una revisione degli obiettivi in presenza di situazioni oggettive che mettano a rischio il loro raggiungimento. Prevede però una nuova procedura che è ancora prematuro iniziare – ha risposto Mario Draghi riguardo a una imminente revisione del Pnrr -.Possiamo ora prendere altri provvedimenti, sostenere il nostro sistema produttivo. Il Governo è consapevole dell’impatto che la crisi in Ucraina avrà sulla situazione italiana e farà di tutto per mitigarne le conseguenze. Siamo anche consapevoli dell’impatto inflazionistico che può derivare dall’aumento del prezzo di alcune materie prime. Anche l’agroalimentare è settore a rischio. L’esportazione di grano tenero e mais, per esempio, è ora interrotto dall’ Ucraina. Anche qui occorrerà diversificare le fonti di approvvigionamento. Non è facile far questo sulla base degli esistenti regolamenti comunitari. Occorrerà anche in questo caso riconsiderare lo status quo. Così come per il patto stabilità , gli aiuti di Stato e tutto ciò che impedisce una risposta rapida all’emergenza. All’interno, ma anche con gli enti territoriali così come in sede europea. Questa – ha concluso – è un’emergenza europea e ha bisogno di una risposta europea. Bisogna pensare lungo le tre nuove direttive strategiche dell’Europa: energia, clima e difesa”.
Politiche energetiche e nucleare
“Il Governo intende puntare sull’efficienza energetica, sulla diversificazione delle fonti e sullo sviluppo delle energie rinnovabili. Intende sganciarsi dalla dipendenza dal gas russo e intende farlo in tempi rapidi – ha rilevato il presidente del Consiglio interrogato sulle politiche energetiche dell’esecutivo -. Intende aumentare la produzione interna del gas sfruttando gli impianti esistenti, riempire gli stoccaggi in modo tale da poter affrontare con serenità il prossimo inverno, puntare sullo sviluppo della rigassificazione esistente e su nuovi impianti di rigassificazione. Un grosso ostacolo, per lo sviluppo delle energie rinnovabili, è costituito dalla lentezza dei procedimenti autorizzativi, che dovranno essere rivisti. La ricerca, in tutto questo, è fondamentale. E lo è anche per il nucleare, riguardo al quale si guarda alla fusione a cofinamento magnetico, unica via per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia in modo economico e sostenibile.
Nuove tasse e diverso valore degli immobili
Riguardo alla riforma del Catasto, “l’intervento di legge delega non porta alcuna rivalutazione fiscale sugli immobili regolarmente accatastati. Nessuno pagherà più tasse per questo – ha detto a gran voce Draghi -. La riforma vuole rafforzare il contrasto alle irregolarità e agli abusi. L’impianto del catasto è del 1939. Ci sono state tante cose in mezzo, anche una II guerra mondiale. Gli estimi sono del 1988/89. Son passati 33 anni. Si vuole arrivare a una nuova mappatura degli immobili di proprietà per comprendere qual è il valore patrimoniale. Ma si esclude che questo possa produrre aumento di tassazione, di imposte dirette o indirette sui trasferimenti immobiliari così come dell’Imu. L’applicazione di un coefficiente fisso su valori che non hanno senso deve finire”.
Consuelo Terrin