I numeri del Covid, in Veneto, evidenziano che «siamo in una fase assolutamente performante, che ci toglie preoccupazioni», come ha sottolineato il presidente Luca Zaia.
«Ma questo lascia spazio a una nuova preoccupazione: quella della guerra» ha subito aggiunto il governatore. Che ha quindi lanciato le sue proposte, relativamente al tema dei profughi, per superare alcune norme in vigore, da quella del Super Green Pass per gli spostamenti al Decreto flussi per il lavoro, e facilitare l’accoglienza.
Le proposte di Zaia per gli spostamenti dei profughi
«Oggi – ha proseguito Zaia – abbiamo l’obbligo di rispondere a tutti quelli che arrivano nei nostri territori». Sono previsti del resto tra i 700 mila e il milione di profughi ucraini in arrivo nel nostro Paese. E molti vi entreranno dalle regioni nord-orientali.
«Il Veneto – sottolinea il presidente – non sarà però il punto d’arrivo per molti, perché una buona parte di questi profughi puntano alle grandi città, dove hanno parenti, amici o conoscenti, che possono garantire loro l’accoglienza».
Ecco perché Zaia ha auspicato, come ha richiesto al Ministero, che si superi il tema del Super Green Pass per l’accesso ai mezzi pubblici.
«Non è questione di fare preferenze per gli ucraini: le regole devono restare uguali per tutti. È solo che dobbiamo riuscire a farli salire su treni, aerei o traghetti per consentire loro di raggiungere i familiari. Non si tratta di una deroga assoluta, ma “punto su punto”. Il profugo farà cioè un tampone alla partenza, farà il viaggio e poi anche lui dovrà avere il Super Green Pass come tutti gli italiani».
Profughi tra lavoro e sanità
La stessa logica, per Zaia, deve essere alla base anche di un altro superamento di norme in vigore: quello legato al tema del lavoro.
«È innegabile – premette – che per alcune categorie lavorative si fa attualmente fatica a trovare il personale. Ma non è vero che puntare sugli ucraini in arrivo sia un modo per integrare le carenze di chi non si vuole vaccinare. Il limite, qui, è il Decreto flussi, non le norme del Green Pass. Perché, superato il primo, anche i profughi dovranno mettersi in regola con le norme sanitarie».
Riguardo alla sanità, il Veneto ha intanto tamponato già 350 ucraini arrivati in regione (con circa una quindicina di positivi riscontrati). Ed è già pronta una trentina di posti pediatrici, oncologici, neonatali e di dialisi nelle due aziende ospedaliere e nelle strutture hub per piccoli pazienti che hanno bisogno di cure in attivo dall’Ucraina. «Stiamo già ragionando – conclude Zaia – sul portare qui i malati. E se qualcuno ha notizia di situazioni di questo tipo, invito a segnalarcele, perché i posti nelle nostre strutture sono a disposizione».
Buoni dati. I modelli matematici: i cali continueranno
Tornando al Covid, gli ospedali veneti stanno continuando a svuotarsi, con 1.013 ricoverati (-32 nelle 24 ore), di cui 926 in area medica e 87 (-3) in terapia intensiva. E questo nonostante continuino i nuovi positivi intercettati: 3.769 su 61.431 test effettuati nelle ultime 24 ore, con un’incidenza al 6,13%.
Le vaccinazioni sono arrivate invece a oltre 10 milioni e 840 mila.
L’Rt è a 0,8, la percentuale di occupazione ospedaliera è al 5% in rianimazione e al 9% in area non critica.
I modelli matematici a 7 giorni, comunque, evidenziano come i cali continueranno.
Se saranno rispettati, i positivi ricoverati tra una settimana saranno 495 in area non critica e 47 in terapia intensiva.
Alberto Minazzi