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Il Presidente Mattarella si riduce ancora lo stipendio

Il Presidente Mattarella si riduce ancora lo stipendio
Sergio Mattarella Presidente della Repubblica

Lo aveva già fatto in occasione del primo mandato al Quirinale, lo ha ripetuto adesso.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo la rielezione con 759 voti dello scorso 29 gennaio, ha chiesto al Ministero dell’Economia e della Finanza una riduzione dell’importo dell’assegno che gli viene erogato di diritto come stipendio per il suo ruolo di Capo dello Stato.
È la legge che stabilisce l’entità della cifra annuale che spetta al Presidente, fissandola in 239.182 lordi.
Da questa cifra, Mattarella ha chiesto dunque di detrarre quanto già percepisce dall’Inps a titolo di pensione per l’attività svolta come professore universitario.
Si tratta di circa 60 mila euro l’anno, per cui l’importo lordo che spetterà al Presidente in carica sarà di 179.835,84 euro.
Come ha precisato il Quirinale dando notizia della decisione di Mattarella, il Capo dello Stato ha confermato anche per il nuovo settennato un’altra decisione che aveva contraddistinto il suo primo mandato. Ovvero la rinuncia all’adeguamento Istat dell’assegno personale ai prezzi al consumo.
Concretamente, l’inquilino del Quirinale ha così rinunciato a ulteriori circa 16 mila euro.
Secondo quanto previsto dalle norme vigenti, il Presidente della Repubblica non percepisce inoltre, né percepirà in futuro, il vitalizio che gli spetterebbe come ex parlamentare.
Il divieto di cumulo delle retribuzioni con trattamenti pensionistici erogati da pubbliche Amministrazioni si collega a una decisione presa nel febbraio 2015 proprio da Sergio Mattarella.
La norma, valida per il presidente e per tutti funzionari collegati alla Presidenza, è stata applicata al caso specifico con il decreto presidenziale numero 1 di quell’anno.
La previsione del divieto di cumulo, introdotto dalla legge 157 del 2013, non è infatti direttamente vincolante nei confronti degli organi costituzionali, ma lo diventa solo in seguito al recepimento, comunque eventuale, da parte della singola Amministrazione del dispositivo della legge.

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