L’Ucraina chiama, il Veneto risponde. La Regione è infatti pronta a mettere in campo una serie di iniziative di ospitalità e assistenza per accogliere i profughi di guerra in fuga dal proprio Paese dell’Est europeo.
«Se ci sarà la necessità in via emergenziale – ha annunciato il presidente Luca Zaia – siamo pronti a riaprire gli ex ospedali di Monselice, Noale, Valdobbiadene, Isola della Scala e Zevio, che possono mettere a disposizione 545 posti letto».
Gli ex ospedali per l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina
Il Veneto, del resto, aveva già ricompreso queste strutture ex ospedaliere nel Piano per l’emergenza-Covid fin da marzo 2020. «Li abbiamo sempre tenuti pronti – ha sottolineato Zaia – come strutture-cuscinetto. E in 48 ore saranno disponibili letti con le lenzuola pulite e inamidate e il riscaldamento a livello di vivibilità».
Gli ex ospedali, per il presidente del Veneto, «possono diventare fondamentali dormitori provvisori per chi non ha parenti. Anche se, a oggi, gli arrivi dall’Ucraina sarebbero per il 90% inquadrabili come ricongiungimenti familiari, cosa che ci agevola non poco». Zaia non ha quindi escluso l’eventualità che «se la situazione dovesse volgere al peggio, chiederemo aiuto anche a chi ha possibilità di ospitare qualche persona in casa propria».
La solidarietà del Veneto con l’Ucraina
Oltre a sottolineare la disponibilità del Veneto a ospitare le famiglie, il presidente della Regione ha dichiarato che «se ci sarà bisogno, siamo pronti anche ad assumere gli ucraini in arrivo: non facendo di necessità virtù, ma con la volontà di dare una mano». C’è stata anche una impresa, di cui Zaia non ha fatto il nome, che si è già messa a disposizione per offrire colazioni, pranzi e cene a tutti coloro che si presentano con lo status di profughi dall’Ucraina.
Se per la raccolta di farmaci, coperte e maglioni il Veneto invita ad attendere, aspettando le valutazioni e la gestione a livello nazionale, a breve sarà attivato un conto per la raccolta fondi. Infine, parlando con il ministro Di Maio, Zaia ha rinnovato la disponibilità del Veneto sul fronte sanitario. «La sanità del Veneto è adisposizione del popolo ucraino, anche perché il Covid per fortuna sta allentando la presa e abbiamo spazi».
Il punto-Covid
Sul Covid, Zaia ha sottolineato che «il modello matematico funziona». I nuovi positivi nelle ultime 24 ore sono stati 1.253, con un’incidenza del 7,57% su 16.522 tamponi effettuati.
I ricoverati sono 1.141, di cui 1.048 in area non critica e 93 in terapia intensiva. L’Rt è a 0,72, l’incidenza a 620,8 e le percentuali di occupazioni al 4,6% in rianimazione e al 10,2 in area medica. I vaccinati sono all’89,3%, anche se sono solo 989 quelli che si sono prenotati per ricevere l’inoculazione con Novavax. «Pensavo andasse meglio» ha ammesso Zaia.
«Il trend dell’algoritmo – ha commentato il presidente – ci dà a 7 giorni un ulteriore dimezzamento delle terapie intensive e 558 recuperati in area medica. Forse l’algoritmo esagera, ma speriamo che sia la realtà. In tutte le province ci stiamo avvicinando al plateau, ma tra i positivi in terapia intensiva ci sono tanti Covid per caso. Insomma: i dati sono buoni».
Alberto Minazzi