Bagnara di Romagna, Deiva Marina, Gesualdo, Ingria, Miglionico, Rosazza, Varzi e Lollove: sono le otto nuove località che tra pochi giorni potranno esporre il prestigioso vessillo dell’associazione dei Borghi più Belli d’Italia. Un club ristretto, quasi un’élite, che adesso conta 334 perle disseminate lungo la penisola italiana.
Come si diventa Borgo più Bello?
Costituita nel 2001, l’Associazione Borghi più Belli d’Italia è nata con l’obiettivo di promuovere i piccoli centri abitati e il loro patrimonio storico, artistico, culturale, l’ambiente e le tradizioni locali.
A oggi sono circa 900 i Comuni che hanno chiesto di farne parte a conferma che questo riconoscimento rappresenta un’occasione di sviluppo e di rilancio del turismo ma anche di miglioramento del livello qualitativo della vita per i residenti. Entrare in questa élite non è semplice perché i Comuni devono superare una valutazione e un procedimento di certificazione basato su ben 72 parametri.
Il Grand Tour dei Borghi più Belli
Saranno i borghi a determinare la ripresa del turismo italiano?
A quanto pare sì, visto l’aumento di quanti l’anno scorso hanno scelto queste destinazioni.
Un turismo di nicchia che attrae tantissimi giovani e che privilegia un viaggio lento e di (ri)scoperta dei mille tesori di quella che a torto viene considerata “Italia minore”.
Un’Italia di piccoli centri storici dove ogni cosa è a misura d’uomo e dove i ritmi quotidiani scorrono lenti.
Allora perché non pensare a un Grand Tour per visitare i Borghi più Belli? Una sorta di viaggio alla Guido Piovene che molti di voi avranno sognato e qualcuno avrà magari fatto. E se visitarli tutti 334 vi sembra impossibile potrebbero venirvi in aiuto i social network. Un recente progetto dell’Associazione ha coinvolto circa 50 Ambassador che ogni giorno raccontano su Facebook e Instagram la straordinaria bellezza di questa Italia nascosta con foto, video e racconti. Un ottimo modo per prendere spunto e organizzare le prossime vacanze.
Da nord a sud, l’esercito dei Borghi Più Belli
Con queste ultime new entry, il numero dei Borghi più Belli d’Italia sale a quota 334.
Le regioni con il numero più alto di riconoscimenti sono la Liguria, che svetta su tutto il Nord con 25 borghi; per il Centro Italia il primato va a pari merito a Umbria e Marche con 29 borghi; per il Sud troviamo la Calabria con 15 mentre per le isole è la Sicilia a piazzarsi al primo posto con i suoi 23 piccoli centri storici.
Rosazza, provincia di Biella, Piemonte
Questo piccolo comune di 103 abitanti si trova nel punto più stretto della Valle del Cervo, a 882 metri di altitudine, ed è entrato nell’élite grazie al suo centro storico caratterizzato da monumenti realizzati con la “sienite”, la pietra locale. In realtà Rosazza è già famoso come “comune più misterioso” d’Italia perché qui si incontrano molti simboli legati alla massoneria e all’occultismo, attrattori di un numero di visitatori sempre più importante.
Ingria, provincia di Torino, Piemonte
Pensate: questo comune, uno dei più colpiti dallo spopolamento delle zone alpine piemontesi, conta appena 46 abitanti ma ha ben 26 frazioni.
Straordinarie le sue case in pietra con i tetti a “lose”, e poi arcate, scalette e ballatoi tipicamente alpestri, un piccolissimo paradiso incastonato tra panorami mozzafiato.
Varzi, provincia di Pavia, Lombardia
Famoso per la millenaria tradizione enologica, l’Oltrepo Pavese è anche uno scrigno di tesori storico architettonici, come quelli racchiusi a Varzi, il cui centro si sviluppa su “tre livelli”.
Tra dolci rilievi collinari spicca questo borgo medievale con il suo castello e poi torri, palazzi e chiese. Ricordatevi di visitare l’imponente Torre delle streghe: pare che nel 1464 vi siano state rinchiuse 25 donne accusate dall’Inquisizione di stregoneria e successivamente bruciate nella vicina piazza.
Deiva Marina, provincia di La Spezia, LIguria
Con questo ultimo riconoscimento sale a 25 il numero dei Borghi più Belli per la Liguria.
Deiva Marina, famosa località balneare della Riviera di Levante, custodisce un borgo vecchio di probabile epoca longobarda che oggi affascina grazie ai caratteristici vicoli lastricati, gli stretti caruggi, le ville settecentesche, i giardini alla genovese, le case dalle facciate multicolori e poi archi, scalette e terrazze.
Bagnara di Romagna, provincia di Ravenna, Emilia-Romagna
La bassa pianura ravennate è un territorio sorprendente e Bagnara di Romagna è il comune meno popoloso della provincia. Raro esempio di “castrum medievale”, Bagnara conserva integralmente il muro di cinta, la rocca sforzesca, il mastio – considerato da molti studiosi una delle migliori opere d’arte fortificatoria del XV secolo in Italia – un fossato ancora visibile, bastioni, camminamenti e mura con merlatura ghibellina.
Gesualdo, provincia di Avellino, Campania
Siamo in Irpinia, antica terra di transito tra il Mar Tirreno ed il Mar Adriatico, oggi destinazione turistica emergente grazie alle sue eccellenze e tipicità. Gesualdo è il sesto comune irpino a potersi fregiare del riconoscimento di Borgo più Bello, una “terra di mezzo” dove visse il compositore madrigalista Carlo Gesualdo. Il suo centro storico si sviluppa attorno al castello di epoca longobarda, tra strette stradine e signorili palazzi seicenteschi.
Miglionico, provincia di Matera, Basilicata
Piccolo e affascinante borgo di origine longobarda, Miglionico si sviluppa su un colle e il suo nome è legato alle vicende del Castello del Malconsiglio, tra le cui sale si tenne la storica Congiura dei baroni contro re Ferdinando I di Napoli. Il piccolo centro storico si caratterizza per le viuzze lastricate, le antiche dimore di epoca seicentesca e le interessanti architetture religiose.
Lollove, provincia di Nuoro, Sardegna
E’ uno dei borghi più autentici dell’isola. Qui non ci sono negozi nè bar, nè scuole e neppure l’ufficio postale e l’energia elettrica è arrivata soltanto a fine ‘900. Lollove conta 26 abitanti e fu comune autonomo fino a metà XIX secolo, ora è l’unica frazione di Nuoro. Dove sta il suo fascino? Nell’atmosfera da villaggio rurale medievale, nelle sue strette e ripide viuzze, nelle poche abitazioni in pietra grigia con tetti coperti da tegole d’argilla. Ispirò anche Grazia Deledda che qui vi ambientò il suo romanzo ‘La madre’.
Luisa Quinto
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