Il Piemonte aprirà da domani, mercoledì 23 febbraio, le adesioni per la vaccinazione contro il Covid con il vaccino proteico Novavax, con le somministrazioni probabilmente al via da venerdì 25 grazie alla prima dotazione di 60 mila dosi.
Il Lazio aprirà invece le prenotazioni da giovedì 24, quando, come aveva annunciato il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini, dovrebbero arrivare fisicamente in Italia le prime dosi. In tutt’Italia è comunque partito conto alla rovescia per l’avvio della vaccinazione con il quinto siero anti-Covid ufficialmente approvato.
Tre milioni di dosi in arrivo
Nel cronoprogramma indicato dal commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, già entro la fine di questa settimana sono previste consegne per oltre 1 milioni di dosi, “che saranno subito distribuite a tutte le Regioni e Province autonome”.
A marzo, poi, l’Italia riceverà “un altro paio di milioni di dosi”, stando alle parole di Figliuolo, facendo così entrare a pieno titolo nella strategia della campagna vaccinale anche il nuovo vaccino. Un vaccino che potrebbe essere in grado convincere anche i più reticenti o scettici di fronte ai prodotti di nuova generazione, come i sieri a Rna messaggero.
Il ciclo vaccinale
L’obiettivo di introdurre questa nuova opportunità di vaccinazione, in aggiunta a quelle offerte dai prodotti di Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson, è quello di elevare ulteriormente la quota di persone immunizzate.
Al momento, ha fatto il punto il commissario, sono circa 48 milioni, pari all’89% della popolazione italiana, coloro che hanno completato il ciclo vaccinale. E se a questi si aggiungono i guariti e quelli che hanno iniziato il ciclo, sottoponendosi alla prima dose, si arriva a quasi 51 milioni di italiani (quasi il 94% del totale).
Il vaccino Novavax
Il vaccino di Novavax si basa sulla tecnica ben nota e già utilizzata per la realizzazione di sieri come quelli contro pertosse, epatite o meningite: la tecnica delle proteine ricombinanti.
L’Aifa ne ha approvato l’uso lo scorso 22 dicembre, riservandolo però solo ai maggiorenni.
Inoltre, Novavax non può essere utilizzato per la vaccinazione eterologa e quindi è escluso per i richiami di chi si è immunizzato con Pfizer o Moderna. Così come chi inizierà il ciclo vaccinale con questo tipo di vaccino dovrà completarlo, attraverso il richiamo previsto a 3 settimane di distanza, sempre con Novavax.
L’efficacia, sottolineata da Aifa in sede di autorizzazione al suo impiego anche in Italia, è di circa il 90% per la prevenzione del Covid sintomatico anche nelle persone dai 65 anni in su. E anche il profilo di sicurezza dà sufficienti garanzie, visto che le reazioni avverse riscontrate alla somministrazione sono soprattutto di tipo locale.
La quarta dose per le persone fragili
Sempre sul fronte vaccinale, si avvicina intanto il momento della quarta dose di sieri a Rna messaggero, anche se solo per le persone fragili. Il via a questo nuovo ciclo di somministrazioni è previsto indicativamente per il 1° marzo, sulla base della circolare di domenica 20 febbraio del Ministero della Salute.
Al momento si tratta solo di una raccomandazione e prevede un intervallo di tempo di almeno 120 giorni dall’avvenuta inoculazione della terza dose. La struttura commissariale sta individuando con Ministero e Regioni le platee di potenziali fruitori. Al riguardo, il consigliere scientifico del ministro della Salute Speranza, Walter Ricciardi, ha intanto parlato di un possibile progressivo ampliamento: “Prima i grandi anziani e poi i più esposti al rischio, cioè gli operatori sanitari. Specialmente prima dell’inverno. Comunque per ora è presto per parlarne”, ha dichiarato all’agenzia Ansa.