Dalle ciurme dei gatti veneziani alle circa 24 mila colonie feline italiane.
Se ne stanno, regali, allungati sul divano di casa.
Ci guardano con gli occhi sornioni, abbassando magari di tanto di in tanto le ciglia in segno di grande affetto nei nostri confronti.
Oppure corrono come pazzi tra le stanze, a volte inseguendo una mosca che vola incurante, altre semplicemente per scaricare un po’ di stress da giornata trascorsa da soli, in attesa che arrivassimo.
Si muovono alteri quando vengono sgridati perché sono saltati sul mobile della cucina o sono entrati nell’armadio in cui non possono entrare.
A volte ci danno le spalle offesi per questo, altre ancora se ne fregano proprio dei nostri rimproveri.
Perché loro sono fatti così. Sono gatti. Liberi e indipendenti anche se vivono fra quattro mura domestiche.
La Festa del Gatto
Sarà per questo che ci piacciono così tanto da aver dedicato loro non una ma ben due feste.
La prima, celebrata dal 1990, ricorre il 17 febbraio.
La seconda, divenuta la Festa mondiale del gatto, dal 2002, quando fu introdotta dall’International Found for Animal Welfare, (IFAW,Fondo Internazionale per il benessere degli animali), nato nel 1969 in Canada per salvare e proteggere gli animali in tutto il mondo.
I gatti con noi e tra noi
I gatti in Italia (e la stima è approssimativa, perché non c’è l’obbligo di registrazione felina, come invece avviene per altri animali) sono quasi 800 mila, 1 ogni 74,2 italiani.
Tra le regioni, la media più alta si registra in Valle d’Aosta, dove c’è 1 gatto ogni 31,4 abitanti.
Numeri da record
Ma è in realtà in Sardegna, a Banari, la città dei record per presenze feline.
Qui, infatti, risulta esserci 1 gatto ogni 3,2 cittadini.
Anche Torino non se la cava male, visto che conta 1 gatto ogni 14,1 abitanti.
Napoli, invece, ha allestito per i gatti 2095 colonie, dove vivono 31.425 quattrozampe.
In tutta Italia, infine, le colonie feline sono circa 24 mila.
Le ciurme dei gatti veneziani
I gatti sono animali di compagnia incredibili e sono numerosi quelli che vivono con noi in casa non solo per ragioni di “opportunità” o perché sono meno impegnativi da tenere rispetto ai cani, amatissimi anche loro da milioni e milioni di italiani.
A Venezia, per esempio, i gatti sono sempre stati molti.
Nel 1400, diventarono ancor di più perché furono importanti nei bastimenti dalla Dalmazia e dall’Egitto per la difesa dai topi.
Poi furono arruolati come “ciurme” e, a gruppi di quattro, furono imbarcati nelle galeazze dirette in Oriente per difendere stive e provvigioni dai ratti.
Chi non era “in trincea”, combatteva le pantegane lungo le rive dei canali e nei campi della città.
La lotta al ratto nero della peste
Molti soccombevano nella guerra al ratto nero, considerato il terribile untore della peste.
Quando nel 1600 la natura dei gatti nostrani si rivelò non abbastanza aggressiva per sconfiggere il feroce ratto nero, altre razze, molto combattive, furono importate dalla Siria e dalla Palestina. Mischiati ai soriani, i gatti veneziani si sono evoluti, hanno formato colonie e affermato i loro principi di territorialità.
Soprattutto, però, sono riusciti a farsi benvolere e rispettare dai veneziani di tutti i tempi. Che, nonostante questi predatori non siano più oggi considerati “utili” per la loro innata attitudine alla caccia al topo, continuano a dimorare comodamente nelle loro case.
Consuelo Terrin
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