Dopo le recenti scosse del 9 febbraio scorso e quella di magnitudo 3.6 registrata domenica 13 febbraio in Emilia Romagna, in provincia di Reggio Emilia, la terra ha tremato ancora.
Questa volta nel nordest del Friuli Venezia Giulia.
Il movimento tellurico di magnitudo 3.4 della scala Richter è stato registrato dai sismografi alle 3.12 di questa notte tra la Val Alba e la Val Dogna. Secondo quanto ha rilevato l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) l’epicentro è stato registrato nel comune di Dogna, in provincia di Udine con una profondità stimata di circa 10.0 km.
I dettagli del sisma e altre scosse in Italia oggi
Il sisma in Friuli Venezia Giulia si è verificato a 43 km da Udine e 71 da Pordenone. Fortunatamente senza recare danni a persone e cose è stato avvertito nei comuni Moggio Udinese e Chiusaforte a 6 km dall’epicentro, a Riesutta, che dista 7 km da Dogna, Pontebba 8 e Resia 9 km.
Nella giornata del 15 febbraio la terra ha tremato non solo in Friuli.
Alle 6.40 al largo della Costa Calabra Nord Occidentale (Cosenza) si è registrato un sisma di magnitudo 2.0, ipocentro profondo 17 km.
Altro terremoto alle 1.42, sempre di magnitudo 2.0 invece nel salernitano, ipocentro profondo 19 km, ad Atena Lucana.
Il movimento tellurico è avvenuto a 29 km da Potenza e 53 da Battipaglia.
Ancora nella giornata di oggi martedì 15 febbraio l’INGV ha rilevato altre scosse strumentali vale a dire avvertite solo dai sismografi. Le più rilevanti sono state alle ore 1.03 a Brienza, in provincia di Potenza di intensità 1.5; alle 5.36 sisma di magnitudo 1.4 nella Costa Calabra Nord Orientale (Messina).
La percezione dei terremoti, impossibile prevederli con certezza
Quando la terra trema sicuramente scatta la paura, ma quale magnitudo è percepibile?
La magnitudo è la grandezza strumentale che caratterizza in modo oggettivo l’entità del fenomeno sismico. I terremoti si percepiscono in maniera diffusa a partire da una magnitudo 3. Per quelli tra 4 e 5 il raggio in cui possono essere avvertiti va da 100 a 200 metri. Si estende invece a diverse centinaia di km a partire dalla magnitudo 5.
Il terremoto più forte di sempre con epicentro in Italia è stato registrato l’11 gennaio 1693 con magnitudo 7.32 in Sicilia sud orientale.
La mappa dei terremoti nel sito INGV dall’anno 1000 al 2006 ci dice che spesso avvengono in zone già in passato colpite. Per quanto riguarda la nostra nazione, i fenomeni più intensi si sono verificati in Sicilia, nelle Alpi orientali e lungo gli Appennini centro-meridionali dall’Abruzzo alla Calabria. Terremoti importanti si sono verificati anche nell’Appennino centro-settentrionale e nel Gargano.
Pur se al giorno d’oggi molto si sa sui terremoti, quando avverrà la prossima scossa è ancora impossibile prevederlo con certezza. Gli studi sul tema ci dicono però conosciamo quali sono le zone più pericolose. Il rischio sismico maggiore con rischio alto (zona 1) è in Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Sicilia. Nella zona 2 di rischio medio – alto troviamo Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata. Infine in zona 3 con rischio medi – basso Lombardia, Toscana, Liguria, Piemonte.
Silvia Bolognini
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