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Covid. Gli anticorpi dei guariti migliorano con il tempo

Covid. Gli anticorpi dei guariti migliorano con il tempo
Coronavirus

A differenza di quanto avviene per gli anticorpi contro il Covid indotti dalla vaccinazione, quelli prodotti dal nostro organismo in risposta all’infezione da Sars-CoV-2 con il tempo migliorano nella loro qualità.
È il risultato cui sono arrivati dagli studiosi israeliani dello Sheba Medical Center di Ramat Gan, che hanno valutato la durata della protezione del nostro organismo determinata dai diversi tipi di risposta immunitaria.
Lo studio, anticipato in un comunicato dal Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive che si terrà a Lisbona dal 23 al 26 aprile, ha confermato che entrambi i tipi di anticorpi, come già si sapeva, diminuiscono numericamente nel tempo.
In tal senso, dopo 1 mese dalla seconda somministrazione, la vaccinazione ha determinato nell’organismo dei vaccinati una quantità di anticorpi e una qualità della prestazione anticorpale superiore rispetto a quella presente in chi è guarito.
Nel periodo successivo preso in considerazione, cioè quello relativo all’arco temporale di 6 mesi, la qualità non è cambiata in modo significativo tra i vaccinati, mentre è aumentata gradualmente tra i guariti, proteggendoli potenzialmente da una reinfezione. Con, curiosamente, un livello di anticorpi più alto in tutti i momenti presi in considerazione tra gli obesi, cioè coloro che hanno un indice di massa corporea da 30 in su.
Pur non avendo riscontrato infezioni durante il periodo di studio né tra i guariti (dall’infezione con il virus originario di Wuhan, con la variante Alfa e in qualche caso con la Beta) né tra i vaccinati, la riflessione degli studiosi è partita dalla considerazione che, nel secondo trimestre 2021, molti sanitari vaccinati si sono infettati a partire da 6 mesi dopo il vaccino.
I ricercatori, adesso, stanno seguendo un gruppo di persone guarite dall’infezione con la variante Delta e un altro che si è infettato con Omicron. “Con Omicron – ha affermato Carmit Cohen, che coordina lo studio – i vaccinati sono meglio protetti da malattie gravi, ma la quarta dose di vaccino non sembra essere protettiva contro l’infezione”.

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