Mentre sembra avvicinarsi il traguardo verso il superamento della pandemia, si alza un nuovo grido d’allarme.
E’ quello degli psichiatri, che denunciano il sempre più evidente disagio manifestato da bambini e adolescenti, soprattutto quelli più vulnerabili.
Sono loro, secondo il report delle Nazioni Unite, ad aver subito le più gravi ripercussioni a livello psicologico ed emotivo.
Lo conferma la Società Italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf) : in Italia, la pandemia ha portato tra gli adolescenti a un aumento del 26% della depressione e del 28% dei disturbi d’ansia.
Il problema è in realtà mondiale.
Da una analisi di 29 studi che hanno coinvolto nel complesso oltre 80 mila ragazzi, è emerso che 1 adolescente su 4 presenta i sintomi clinici della depressione e 1 su 5 dà segni di un disturbo d’ansia.
Casi raddoppiati rispetto alla situazione pre Covid, che, come hanno sottolineato gli psichiatri, rischiano di portare gravi conseguenze sulla società di domani.
Adolescenti in pericolo
«A preoccupare maggiormente rispetto ai bambini – ha sottolineato il co-presidente Sinpf (Società italiana di Neuropsicofarmacologia) Claudio Mencacci nel corso di un congresso che si è tenuto sul tema- – sono gli adolescenti. In loro si riscontrano ridotte ore di sonno, aumento dell’aggressività, abuso di internet anche nelle ore notturne, eccesso di videogiochi. Sono comportamenti indotti dal confinamento ma anche sintomi della depressione. E si tratta di un problema inevitabilmente mondiale. Con gli aumenti dei casi di depressione e di disturbi d’ansia rilevati, la quinta ondata della pandemia – ha concluso – è già in atto: è quella che affligge la mente».
D’altra parte, sono proprio loro ad aver risentito maggiormente del cambiamento delle proprie abitudini.
Sono state imposte nuove regole sociali che vanno nella direzione opposta a quanto la loro età comporta: frequentare molto gli amici e creare un proprio mondo al di fuori della famiglia di origine.
Sono stati privati dei loro spazi scolastici e sportivi, hanno dovuto rinunciare alla loro socialità.
L’importanza delle cure, ma mancano i professionisti
Tutto questo si può e purtroppo spesso si traduce, come ha evidenziato un altro studio pubblicato sul Journal of the American Academyof Child and Adolescent Psychiatry, in un maggior rischio non solo di compromettere i propri obiettivi di studio e di carriera ma anche di avere problemi di salute, di abuso di sostanze e perfino condotte criminali.
Ripercussioni che si verificano non solo nella fase di vita che stanno affrontando ma che possono inquinare anche il loro futuro.
Lo studio, infatti, ha seguito quasi 1500 tra bambini e adolescenti fino ai 30 anni di età.
«Prevenzione in primis e cure – ha rilevato Mencacci – sono fondamentarli. Purtroppo però l’Italia mostra drammaticamente il proprio tallone di Achille considerato che mancano un migliaio di professionisti che facciano funzionare e riaprire i reparti ospedalieri oggi chiusi. Abbiamo bisogno di un Pnrr che parli chiaramente di salute mentale. Su questo tema servono risorse per interventi multidisciplinari, anche in raccordo con gli psicologi, servono prevenzione, interventi precoci e trattamenti scientificamente dimostrati»