L’obiettivo è arrivare all’estate in tutta normalità.
Non quella dello scorso anno, che ha rappresentato una parentesi di maggior libertà rispetto ai coprifuoco e alle zone rosse. La normalità vera, quella del precovid.
Una “scaletta di massima”, per giungervi, esiste.
Se l’evoluzione dell’emergenza sanitaria non riserverà dunque nuove sorprese, tra pochi mesi si potrebbe ritornare a vivere come sempre abbiamo vissuto prima dell’arrivo della pandemia.
Ecco quali sono le prossime scadenze.
Lunedì 7 febbraio 2022: entra in vigore il nuovo decreto
L’ultimo decreto firmato dal premier Mario Draghi il 2 febbraio rappresenta il primo passo di un nuovo percorso. Le misure sono di minor impatto sulla vita lavorativa e sociale.
Chi ha completato il ciclo di vaccinazione con il booster, per esempio, non dovrà più sottostare alle limitazioni previste per la zona rossa nel caso in cui la propria regione si trovasse a retrocedere.
Il super green pass ottenuto da chi ha effettuato la terza dose o è guarito dal Covid dopo la seconda inoculazione di siero avrà durata illimitata (i 6 mesi rimangono solo per chi si fosse ammalato prima di ricevere la seconda dose).
La DAD (Didattica esclusivamente a distanza), per chi è vaccinato diventa DDI (Didattica digitale integrata) e il periodo della durata delle lezioni a distanza sarà dimezzato da 10 a 5 giorni in caso di un eventuale riscontro di casi positivi in classe (dal quinto caso alle primarie, dal secondo caso in su alle secondarie).
Per tornare in classe sarà sufficiente un tampone fai da te e una certificazione.
11 febbraio 2022 : in zona bianca riaprono le discoteche. Niente mascherine all’aperto
I locali da ballo e assimilati, in zona bianca (la colorazione delle regioni resta attiva) avrebbero dovuto riaprire a fine gennaio.
Un’ordinanza del Ministero della Salute, invece, ha prorogato la loro chiusura fino al 10 febbraio.
Uguale data è stata scelta, con un posticipo dei tempi, per l’obbligo dell’uso delle mascherine all’aperto e nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private anche in zona bianca.
Per il momento non c’è notizia dell’intenzione di prorogare ulteriormente queste due misure.
Nelle aree bianche, dunque, a partire dall’11 febbraio, se non interverrà un altro provvedimento, si potrà abbandonare la mascherina all’aperto e ritornare a frequentare le discoteche.
31 marzo 2022 : termina lo stato di emergenza
Per come sono andate le cose finora il condizionale sarebbe d’obbligo, perché tutto dipende sempre dall’andamento della pandemia, che non ha mancato di modificare il proprio corso in più occasioni durante questi due anni.
Il 31 marzo, in ogni caso, se in questo prossimo mese si confermerà la tesi, che attualmente sembra maggioritaria, dell’endemizzazione del virus (che continuerebbe dunque a esserci e a diffondersi tra la popolazione in modo costante ma senza particolari picchi di frequenza), lo stato di emergenza si conclude.
E’ stato introdotto il 31 gennaio 2019 dall’allora premier Giuseppe Conte al manifestarsi della pandemia ed è stato via via prorogato fino al raggiungimento dei due anni massimi previsti dalla legge italiana. Con una successiva estensione in via straordinaria fino all’attuale scadenza.
15 giugno 2022 : termina l’obbligo di vaccinazione per gli ultracinquantenni.
Ad avere una fine al momento fissata è anche l’obbligo di vaccinazione contro il Covid per tutti coloro che hanno più di 50 anni, la cui inosservanza ha iniziato a essere sanzionata da inizio febbraio.
Sempre il decreto legge del 7 gennaio stabilisce infatti espressamente che l’obbligo scadrà il prossimo 15 giugno.
Il timore che sopraggiungano altre varianti, tuttavia, ha aperto il dibattito sull’opportunità di mantenere questa prescrizione. La situazione, dunque, potrebbe mutare.
Nel frattempo, a partire dal 15 febbraio, per i lavoratori, pubblici e privati, che hanno compiuto i 50 anni, non sarà più possibile recarsi sul luogo di lavoro con il semplice Green Pass base, ottenibile cioè attraverso l’esecuzione di un tampone risultato negativo.
Chi non avrà il Super Green Pass, pur conservando il posto di lavoro e non subendo sanzioni disciplinari, sarà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione del certificato ottenuto tramite vaccinazione o guarigione. Fino a quella data, così, non riceverà lo stipendio e le altre retribuzioni previste. E se verrà trovato al lavoro senza Pass, subirà una sanzione amministrativa tra 600 e 1.500 euro.
L’allentamento delle misure anti Covid nel mondo
La prospettiva di un allentamento delle restrizioni introdotte per il contenimento del contagio non riguarda solo l’Italia.
Anzi, il nostro Paese va in scia ad altri Stati che hanno già previsto modifiche in tal senso.
La prima in Europa ad aver abolito tutte le misure (tranne che ai confini per i non vaccinati provenienti da nazioni fuori dell’Unione), lo scorso 1 febbraio, è stata la Danimarca.
Il Paese nordeuropeo, uno dei maggiormente interessati al mondo dalla diffusione della variante Omicron, ha preso questa decisione sulla base dell’elevato tasso di immunizzazione dei propri cittadini.
Da inizio febbraio anche la Francia ha allentato più di una misura. Sono stati cioè tolti i limiti di accesso nei siti aperti al pubblico e l‘obbligo di mascherine all’aperto, ma anche il telelavoro non è più obbligatorio.
L’Austria, tra gli Stati ad aver adottato una delle linee più dure in questa ondata, ha invece deciso di non rinnovare il lockdown per i non vaccinati, scaduto il 31 gennaio. Per chi sceglie di non vaccinarsi, però, restano ancora preclusi eventi pubblici, bar, ristoranti e alcuni negozi. Da domani, intanto, l’Austria sposta dalle 22 alle 24 l’orario del coprifuoco, portando da 25 a 50 il numero di persone ammesse agli eventi.
Come in Italia, la Catalogna tornerà ad aprire i locali notturni dall’11 febbraio. Inoltre, non sarà più necessario il Green Pass per accedere ai locali (così come si sta valutando, sempre in Spagna, per la maggior parte dei locali dei Paesi Baschi).
La Gran Bretagna sta invece pensando a revocare l’obbligo vaccinale per addetti sanitari e assistenti sociali e il Sudafrica non imporrà più l’isolamento ai positivi asintomatici, riducendo quello per i malati sintomatici da 10 a 7 giorni.
Alberto Minazzi
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