Ci lascia Tito Stagno, il giornalista che raccontò l'allunaggio

Fu lui che raccontò il primo sbarco degli astronauti sulla luna, il 20 luglio 1969.
Tito Stagno, volto storico della Rai divenuto “L’uomo del telegiornale” dopo aver  avuto l’onore di annunciare che la navicella spaziale aveva toccato il suolo lunare, è morto.
E’ mancato a 92 anni, con un bagaglio di grandi eventi condivisi con il “suo” pubblico, di esperienze e di conoscenza.
Iniziò la carriera giornalistica nel 1949 alla radio, a 19 anni, tre anni dopo essersi iscritto alla Facoltà di Medicina.
Vinse nel 1954 il concorso per telecronisti e l’anno successivo entrò a far parte della squadra del Telegiornale del Canale Nazionale.
Nel 1956 commentò i giochi olimpici, successivamente i grandi appuntamenti politici e istituzionali riguardanti anche la presenza di molti Capi di Stato, da Papa Giovanni XXIII a Kennedy, da Jawaharlal Nehru a Eisenhower.
Fu ancora lui il telecronista dei gravi fatti d’America del 1963 e del 1968; al seguito di Paolo VI realizzò le telecronache dalla Terrasanta, dalla Colombia e da New York.
L’approccio con la telecronaca spaziale risale al 1961.
In quell’anno, Tito Stagno fu chiamato a commentare il primo volo dell’astronauta sovietico Jurij Gagarin intorno alla Terra con ben 27 ore di diretta non stop.
Nel 1976 diventò responsabile dello sport di Rai Uno, ruolo che ha mantenuto per i 17 anni successivi.
Nel 2009 ha pubblicato il libro di memorie “Mister Moonlight. Confessioni di un telecronista lunatico”, la storia degli ultimi 80 anni di un giornalista che ha vissuto da vicino e raccontato i grandi cambiamenti che hanno attraversato il nostro Paese e il mondo.
Il grande Tito Stagno ha avuto anche un passato cinematografico da giovanissimo.
A soli 13 anni fece infatti una brevissima esperienza partecipando al film di Francesco De Robertis “Marinai senza stelle”.
Tornò di nuovo sul set nel 1959 diretto dal regista Dino Risi nella parte di un giornalista televisivo nel film “Il vedovo”, con protagonisti Alberto Sordi e Franca Valeri.