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Giornata della Memoria: il Male della Shoah, il Bene dei Giusti

Giornata della Memoria: il Male della Shoah, il Bene dei Giusti
La Sala dei Nomi dello Yad Vashem, il museo dell'Olocausto di Gerusalemme

Chi salva una vita salva il mondo intero”. Il passo, riportato nella Mishnah (il testo che riporta la tradizione orale ebraica) è espressione della morale umana che, inconsapevole o meno, si è contrapposta alla tragedia della Shoah prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. La memoria dello sterminio degli ebrei viene ricordata annualmente il 27 gennaio, data in cui ricorre l’anniversario della conquista di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa e che ha simbolicamente posto fine all’Olocausto nazifascista.
La massima ebraica è stata ricordata in chiusura della lectio magistralis tenuta dal professore di Storia Contemporanea Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio ed ex ministro per la Cooperazione Internazionale, in occasione della Giornata della Memoria del 2022.
Un segno che ricorda, “Nel male della Shoah, la Resistenza dei Giusti” (questo il titolo della lezione, recuperabile nel canale YouTube dell’Università di Padova, organizzatrice dell’evento), in cui il professore ha contrapposto la gelida ferocia nazifascista alle storie di alcuni, tra i tanti, che ricordarono la loro umanità.

Shoah e Resistenza

La presunta onnipotenza del male e il “potere dei senza potere”, di coloro che non sono ricordati come eroi, ma come essere umani che salvarono, nella loro quotidianità, migliaia di vite.
Ne fu un esempio Regina Bettin, bambinaia padovana che salvò i figli e la famiglia Sacerdoti, ebrei di Venezia, dal treno del 1943 proveniente da Roma, carico dei rastrellamenti nel ghetto ebraico, e diretto ad Auschwitz. Nonostante la fame e la paura di essere scoperti, Regina ora è Giusta tra le Nazioni.
“La Shoah è storia europea” ricorda Andrea Riccardi. L’antisemetismo non fu causa o conseguenza della guerra, ma lo sfondo e il cuore dell’evento stesso.
Ogni paese d’Europa fu colpevole: dapprima con le “leggi razziste”, come le definisce il professore, anticamera della conferenza di Wannsee (di cui ricorre l’ottantesimo anniversario), dove si decise “l’europeizzazione dello sterminio”, ovvero la sistematica eliminazione del popolo ebraico, con la collaborazione degli stati invasi dal nazismo, dalla Francia alla Polonia. Secondo lo studioso americano Christopher Browning, “nell’estate del 1942 vi erano in vita il 75-80% di ebrei in Europa; 11 mesi dopo, rimanevano in vita il 20-25%”, cita Andrea Riccardi.

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Uno scorcio del campo di concetramento di Auschwitz-Birkenau, divenuto emblema della Shoah

L’italia tra la colpa e il bene dei Giusti

Anche l’Italia collaborò: dopo l’8 settembre del ‘43, gli italiani guidarono i tedeschi nella strage del lago Maggiore, dove i bambini ebrei diventavano merce di scambio per qualche lire, così come nel ghetto romano. Ogni paese deve prendere coscienza che la Shoah è una propria colpa e al tempo stesso origine dell’Europa unita: ricordare significa essere liberi, evitare che gli orrori e le dittature del passato si ripercuotano nel presente. In un mondo capovolto, la domanda centrale posta dal professore: “Era umanamente possibile fare di più per gli ebrei quando i bandi prevedevano la morte?”
Alcuni risposero sì. Nel rastrellamento del ghetto di Roma, Andrea Riccardi ricorda commozione e preghiere di alcuni e le esortazioni di altri a salvare una famiglia di Trastevere. O ancora, della professoressa Amendola, che nascose in casa l’allievo ebreo Michele Tagliacozzo, ora storico della Shoah. O ancora don Libero, che si presentò in un monastero con l’ordine fasullo della Curia di mettere in salvo gli ebrei.

Giusti tra le Nazioni

Nella Romania nazista, il giovane rabbino Alexandru Safran, grazie alla sua forza spirituale e ai contatti con le alte sfere ortodosse, salvò il 57% degli ebrei romeni dallo sterminio.
Giusti tra le Nazioni che lasciarono poche tracce, se non nella memoria dei loro salvati: così capitò al padovano Giorgio Perlasca, fascista, che in Ungheria si improvvisò funzionario dell’ambasciata spagnola per salvare migliaia di ebrei, grazie a una legge spagnola del 1492.

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Giorgio Perlasca stringe la mano al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nel 1990

Oskar Schindler, austriaco e membro del partito nazista, divenuto famoso grazie al film di Steven Spielberg, salvò 1200 ebrei nascondendoli come operai della sua industria bellica. Nella sola Germania si salvarono circa 5000 ebrei, molti dei quali nascosti a Berlino.

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L’imprenditore tedesco Oskar Schindler

Quanti di loro incontrarono uno di quei Giusti?
La Memoria della Shoah è una “memoria che scivola nel passato, una memoria che bisogna quindi coltivare.
Con il Male terribile bisogna ricordare anche la Memoria del Bene.
Il Male non è onnipotente, bisogna resistergli” ha concluso il professor Riccardi, ricordando quella frase del Mishnah e una, meno nota, della sūra islamica: “Chiunque ucciderà una persona è come se avesse ucciso l’umanità intera e chiunque avrà vivificato una persona sarà come se avesse dato vita all’umanità intera”.

Damiano Martin

 

 

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