Fino a pochi anni fa, il fenicottero, in Italia, era una specie rara.
Basti pensare che la prima nidificazione della specie fu registrata nel 1993 a Molentargius, in Sardegna.
Anno dopo anno, la presenza di questi trampolieri, a partire da quello rosa, che è la specie più grande di questo uccello, cresce però ovunque, da nord a sud.
In occasione dell’Eurobirdwatch 2021 di ottobre, in tutta Italia erano stati osservati 1.600 fenicotteri, di cui 800 allo stagno di Capoterra, nel Cagliaritano, 340 al Delta del Po, più di 300 nella riserva delle Saline di Trapani e 100 in quella delle Saline di Tarquinia.
I censimenti in crescita
Il rapporto Ispra del 2014 riporta invece una stima di 10.900 esemplari (in 29 siti) in tutta Italia tra il 1991 e il 1995, arrivati a 32.530 (in 71 siti) tra il 2006 e il 2010.
Il dato più recente, in tal senso arriva dal censimento dei fenicotteri rosa coordinato lungo tutta la costa dell’Alto Adriatico per il 4° anno consecutivo. I risultati effettuati dalle rilevazioni effettuate da 80 censitori di 5 gruppi ornitologici lo scorso 7 dicembre 2021 nelle zone umide di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, appena pubblicati, indicano infatti una popolazione locale complessiva di 31.677 individui, contro i 24.889 dell’anno precedente.
I fenicotteri rosa dell’Alto Adriatico
La crescita della popolazione di fenicotteri nell’Alto Adriatico è significativa dopo anni di sostanziale stabilità.
Nel 2019, gli esemplari censiti erano stati infatti 25.238 e nel 2018 23.488.
La maggior parte dei fenicotteri (14.229) si trova tra il Veneziano e il Padovano, dove sono stati trovati 14 siti occupati tra i 22 potenziali che sono stati censiti. A questi, restando in Veneto, si devono aggiungere gli 11 siti occupati su 28, da 5.376 esemplari, in provincia di Rovigo, che portano il totale regionale a 19.605 fenicotteri. Di questi, ben 7.723 sono a Valle Dogà.
In Emilia Romagna, gli individui rilevati sono stati 8.938: 4.829 nel Ferrarese (13 siti occupati su 20) e 4.109 nei 6 siti, tutti occupati, in provincia di Ravenna.
A fare la parte del leone, la Salina di Cervia con 2.479 fenicotteri.
Infine, il Friuli Venezia Giulia, tra le province di Udine e Gorizia, ospita 3.134 individui in 2 siti dei 9 potenziali: 2.800 a Valle Noghera-Morgo (Grado) e 328 in Valle Canal Novo, nella Laguna di Marano.
Il trend è in crescita in tutte le regioni, con un aumento percentuale del Veneto, passato dal 57% al 62% del totale degli esemplari censiti.
La riserva naturale di Saline di Priolo in Sicilia
Cambiando latitudine, pur confermando il trend di crescita, il 2021 ha fatto invece segnare un “ritorno alla normalità” nella riserva naturale Saline di Priolo gestita dalla Lipu: l’unico posto in Sicilia (e tra i pochi in Italia, insieme ad esempio a Cagliari, il Delta del Po o la Puglia) dove, ormai da 7 anni, i fenicotteri nidificano. Rispetto al 2020, quando furono 809 le coppie che nidificarono nell’oasi siracusana, lo scorso anno sono state “solo” 493 (ma va ricordato che, all’inizio, nel 2015, erano solo 71).
“Il vero dato anomalo – commenta il direttore della riserva, Fabio Cilea – è stato quello del 2020, quando, probabilmente per l’estrema tranquillità generale legata al lockdown, si sono insediate un maggior numero di coppie. La conferma l’avremo solo nei prossimi anni. Intanto, però, possiamo notare come nel 2021 siamo ritornati attorno a quella media di circa 450 coppie nidificanti che abbiamo sempre mantenuto negli ultimi 4 anni”.
Isole artificiali per la nidificazione
Dalla fine degli anni Settanta, in tutto il bacino del Mediterraneo si sono poste in essere azioni di conservazione che hanno favorito la presenza dei fenicotteri. “Nelle aree protette – racconta Cilea – si è cominciato ad aumentare sempre più il numero di interventi che aiutano a contribuire alla conservazione delle specie: dal miglioramento delle condizioni ambientali, alla diminuzione delle azioni di bracconaggio e di disturbo. Alle Saline di Priolo, ad esempio, un’azione attiva che abbiamo realizzato è la creazione di isole artificiali, fondamentali per la nidificazione”.
Storie di fenicotteri
Alla crescente presenza di fenicotteri, così, si ricollegano anche storie che travalicano i confini nazionali. A novembre, un giovane esemplare nato proprio in Sicilia nel 2021 e qui inanellato è stato trovato dopo solo 3 mesi addirittura negli Emirati Arabi, a 4.500 km di distanza.
“È il primo animale del bacino del Mediterraneo centro occidentale – sottolinea Cilea – di cui si ha testimonianza della lunghissima trasvolata compiuta. Mai se ne erano trovati di così lontani tra quelli nati in Francia, Spagna, Tunisia o Algeria”.
Altri dei 133 giovani fenicotteri inanellati a Priolo il 7 luglio si sono spostati in varie direzioni: dalla Toscana alla Bulgaria.
Amelie, 38 anni e le “vacanze italiane”
Nel febbraio 2018, invece, nella riserva naturale siracusana fu individuato un esemplare femmina nato e inanellato addirittura nel 1979 in Francia, a Bouches-du-Rhone.
Nella sua lunga vita, la 38enne Amelie (così è stato chiamato il fenicottero: uno dei più longevi riscontrati in natura, mentre in cattività questi uccelli possono vivere fino a 80 anni), si era prima spostata in Sardegna, Tunisia, era tornata in Francia, rimanendovi per lunghi anni prima di ripartire verso la Spagna, la Sardegna e infine la Sicilia.
Alberto Minazzi
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