La variante omicron è diventata ufficialmente in Veneto la variante dominante.
Ha soppiantato Delta, risultando presente nell’80% dei sequenziamenti effettuati sui campioni settimanali delle acque reflue.
A renderlo noto, durante il punto stampa indetto dal presidente della regione Veneto Luca Zaia, è stata la direttrice della Prevenzione Francesca Russo.
Il virus “intrappolato” nelle acque reflue
“Sono stati mappati i depuratori delle province del Veneto, quelli in cui confluiscono tutte le acque reflue. I campioni sono stati prelevati ogni settimana e, come si fa da alcuni mesi, si è passati anche al sequenziamento del tipo di virus riscontrato perché in questo modo possiamo capire come le varianti si diffondono – ha spiegato la dottoressa Russo – Stamani, messi a confronto i sequenziamenti delle 15 regioni che partecipano al programma, i campioni delle ultime tre settimane hanno rilevato non solo che omicron era presente nel Veneto già nella settimana compresa tra il 5 e l’11 di dicembre ma anche che in data 25 dicembre l’80% dei campioni sequenziati ne segnalava la presenza“.
Acque reflue: un monitoraggio costante
L’analisi delle acque reflue in Italia è iniziata già nell’ottobre 2019 e ha poi rivelato che il Covid-19 era già presente a Venezia prima del 21 febbraio 2020, quando a Codogno fu individuato in un trentottenne lodigiano il “paziente O”.
Si tratta di un monitoraggio importante, che consente di anticipare di circa 15 giorni l’andamento territoriale del contagio sul territorio.
E’ per questo che, da ottobre 2020, tutti i Paesi membri Ue hanno attivato un sistema di sorveglianza sistemica delle fognature e trasmettono i dati raccolti alle autorità sanitarie competenti.
Il Veneto resta giallo
Nonostante la rapidissima diffusione della variante omicron, il Veneto, che conta oltre l’87% della popolazione vaccinata, resterà probabilmente anche per le prossime due settimane in zona gialla.
“L’incidenza al momento non è infatti di grande stress sul sistema sanitario – ha detto il presidente Luca Zaia – Si spera non aumenti la pressione sugli ospedali. Per ora, nonostante sia elevato il numero dei positivi e dei sintomatici, nella maggior parte dei casi il contagio si cura a casa. I non vaccinati oggi rappresentano il 12,5% nella nostra regione – ha continuato Zaia – L’80% di coloro che si trovano in terapia intensiva sono non vaccinati. E’ inevitabile che siano maggiormente esposti al rischio di contrarre il virus in forma grave”.
La nuova circolare sulla quarantena e la terza dose
Omicron ha un’incubazione di 3 o 4 giorni. E’ molto veloce e si diffonde facilmente. Tuttavia, la terza dose, come dimostrato da diversi studi, va a ripristinare l’efficacia del vaccino.
Ecco perché la circolare del Ministero della Salute sulla quarantena prevede misure diverse e meno restrittive per la quarantena.
“E’ cambiato lo scenario – ha spiegato la dotteressa Russo – La maggioranza della popolazione è vaccinata, milioni di italiani anche con la terza dose. La variante omicron non va sottovalutata e non va trascurato neanche un bruciore alla gola ma a fronte dell’efficacia della terza dose le misure non potevano che essere allentate per chi ha fatto il booster e per i vaccinati che hanno avuto contatti “a basso rischio”.
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