Sei famiglie su dieci festeggeranno il passaggio al nuovo anno in casa.
L’attesa del 2022 sarà per la maggior parte trascorsa dagli italiani con i propri familiari o amici più stretti.
Un italiano su tre ha cancellato le vacanze prenotate e le restrizioni che hanno bloccato anche le feste in strada e chiuso le discoteche hanno fatto puntare tutto su un cenone di fine anno tra intimi, possibilmente vaccinati o con esito di tampone negativo.
Eccellenze italiane in tavola ma in modalità delivery
Secondo un’indagine condotta dal Centro studi di Confcooperative per la cena di San Silvestro si spenderanno 1,7 miliardi di euro e in gran parte dei casi sarà ordinata ai ristoranti in modalità delivery.
Vongole e frutti di mare vanno per la maggiore tra i primi piatti (90 milioni di euro) e pesce ancora per i secondi (270 milioni di euro). In coda carne, salumi e uova (300 milioni di euro) ma non manchera’ su alcuna tavola il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (95 milioni) e il ricco carrello dei dolci, che ai tradizionali panettone e pandoro unirà le numerose specialità regionali (285 milioni). Allo scoccare della mezzanotte, poi, il via agli spumanti e prosecchi made in Italy (295 milioni di euro) per salutare con una sciabolata un anno al quale sono affidate molte speranze comuni.
Il via ai rituali scaramantici
Tutto secondo tradizione, rispettando in molti casi anche i rituali scaramantici tipici legati all’occasione: le lenticchie in tavola come auspicio di ricchezza, la biancheria intima rossa per guadagnarsi la fortuna, il bacio sotto il vischio tra gli innamorati.
Il nuovo anno non inizia sempre a mezzanotte
Ma l’unico punto fermo, resta il preciso scoccare della mezzanotte.
Una certezza che in realtà vale solo per gli anni bisestili e che dovrebbe far spostare i festeggiamenti alle 6 del mattino in tutti gli altri visto che, a esser scaramantici del tutto, bisognerebbe considerare il fatto che il moto di rotazione della terra attorno al proprio asse avviene in 365 giorni e 6 ore precise.
1 gennaio: nuovo anno solo dal 1691
D’altra parte, neppure la consuetudine di festeggiare l’inizio di un nuovo anno l’1 gennaio è così scientifica.
Risale infatti solo al 1691, quando Papa Innocenzo XII “aggiustò” il calendario gregoriano fissando questa festività e facendola coincidere con la festa per la circoncisione di Gesù, che secondo la tradizione ebraica avveniva l’ottavo giorno dopo la nascita.
Una pratica in uso da oltre tremila anni per significare l’appartenenza di ogni nuovo nato al Popolo ebraico, legato a questa usanza dal Patto tra Dio e Abramo.
Prima del 1691 non c’era uniformità riguardo ai festeggiamenti della notte che fu poi intitolata a San Silvestro ricordandone la morte.
A Venezia il primo giorno dell’anno era l’1 marzo, a Firenze il 25 marzo, così come pure a Pisa, mentre nel meridione e in Sardegna l’1 settembre.
Consuelo Terrin