Retromarcia del Governo sulla didattica a distanza.
Dopo nemmeno 24 ore dalla prima circolare, emessa lunedì 29 novembre da Miur e Ministero della Salute, in cui si prevedeva il ritorno alla dad in caso di presenza nella classe anche “di un solo alunno contagiato”, nella serata di ieri è arrivata la nuova nota. Nel testo del nuovo provvedimento si precisa che, fermo restando quanto previsto dalla circolare del 3 novembre per il sistema integrato di istruzione della scuola dell’infanzia, quella cioè dei bambini nella fascia d’età tra 0 e 6 anni, “dovrà essere comunque garantita la didattica in presenza per coloro che non rientrano nei provvedimenti di quarantena disposti dall`autorità sanitaria“.
La nuova circolare precisa anche che “potrà essere mantenuto il programma di testing, di cui alla circolare del 3 novembre 2021, per la verifica della positività dei soggetti individuati come contatti di una classe/gruppo, da effettuarsi in tempi estremamente rapidi, tali da garantire il controllo dell`infezione”.
Questo “anche in considerazione della sopravvenuta disponibilità manifestata dalla struttura commissariale con nota inviata in data 30 novembre”. In altri termini, si continuerà ad applicare il sistema tuttora in vigore per la previsione del ricorso alla didattica a distanza.
Il singolo caso di un bambino positivo all’interno della classe farà scattare dunque la dad solo per chi frequenta l’asilo, dove sono previste regole diverse anche sull’uso delle mascherine (che non è obbligatorio per i bambini sotto i 6 anni), oltre a essere oggettivamente più complicato rispettare le norme sul distanziamento sociale.
A partire dalla scuola primaria e fino ai 12 anni (cioè nella fascia d’età al momento esclusa dalla campagna vaccinale), la dad continuerà ad entrare in vigore nel caso di almeno 2 alunni positivi.
Per i restanti studenti, dai 12 anni in su, saranno invece 3 le positività a far scattare il meccanismo di didattica integrata.
Il cambio di rotta ha “sconcertato” i presidi, il cui presidente nazionale, Antonello Giannelli, ha dichiarato che ora si attende “ di vedere come il commissario Figliuolo deciderà di intervenire per rendere finalmente efficienti le Asl e far partire la campagna di testing e tracing che dovrebbe garantire la scuola in presenza”.
Il programma di sorveglianza era infatti stato espressamente sospeso, sia pure in via provvisoria, dal primo documento.
Ma la prima circolare era stata oggetto di critiche ben più pesanti, a partire dai sindacati della scuola.
L’iniziale scelta, dettata da motivi cautelativi come precisato dal sottosegretario Costa e dal ministro Bianchi, si legava ai dati in continuo aumento di contagi tra i bambini sotto i 12 anni. E stabiliva che “il dirigente scolastico venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola è da considerarsi autorizzato, in via eccezionale ed urgente, a disporre la didattica a distanza nell’immediatezza per l’intero gruppo classe”.
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