Nelle città italiane iniziano a comparire i primi addobbi.
Le luci natalizie illuminano le strade dello shopping, nelle vetrine ciocche rosse invitano agli acquisti e negli uffici comunali partono le autorizzazioni natalizie di occupazione del suolo pubblico per fiere, mercatini, bancarelle e piste del ghiaccio.
Sarà davvero un Natale di ritorno quello del 2021?
E’ la speranza di tutti.
Ma dovremo fare i conti con due varianti importanti: il rincaro dei prezzi dei beni energetici e la quarta ondata.
A questo proposito, sono inclementi le stime di Confesercenti nazionale che ipotizzano fra il quarto trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, nel perdurare di questa situazione, “una minore spesa di almeno 5 miliardi di euro”.
Il quadro della situazione
Un quadro che, se dovesse confermarsi, andrebbe a spegnere tutte le speranze innescate dalla ripresa dell’economia, soprattutto nei settori più fortemente danneggiati dal lockdown e dalle successive restrizioni.
I dati Istat di settembre sulle vendite del commercio al dettaglio disegnavano l’avvio di un ritorno alla normalità.
Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, c’è stata una crescita del 7,3% nelle vendite e “le piccole imprese hanno registrato un rimbalzo significativo del 7,5%”, evidenzia l’Ufficio Economico Confesercenti.
La ripresa e lo sguardo rivolto al futuro
La ripresa ha riguardato soprattutto i negozi non legati al genere alimentare, che hanno potuto ripartire grazie al clima di maggior sicurezza generato dalla campagna vaccinale.
Perfino la vendita dei rossetti, che si era fortemente arrestata nel 2020, ha rivisto vigore nonostante sia ancora obbligatorio l’uso della mascherina in diversi contesti del quotidiano.
L’apertura di discoteche e locali da ballo ha conferito anche ai settori dell’abbigliamento e del calzaturiero.
Se, quindi, il 2020 è stato l’anno di pigiami, tute e ciabatte e nella prima parte del 2021 ancora si sono vendute soprattutto scarpe da donna senza tacco e molte scarpe da running, la fine dell’anno, con la ripresa delle feste, dei cenoni e dei viaggi natalizi aveva fatto presagire l’avvio di un ritorno alla normalità a tutti gli effetti.
Quanto si spenderà, dunque, a Natale 2021?
Se lo sarà, potranno dirlo solo i dati delle vendite post natalizi, perché nessuno ha la sfera magica tra le mani.
Ma Confesercenti Firenze resta ottimista, lasciandosi andare a delle previsioni di spesa media per famiglia di 350 euro per i regali di riporre sotto l’albero.
Con un 20% in più per una famiglia su quattro, soprattutto se con figli “millennials” o di generazione Z.
La top ten degli acquisti
Da Firenze, esce anche una classifica dei beni di consumo che potrebbero andare per la maggiore e che testimonia un sentiment di ritorno alla normalità.
Se infatti la tecnologia, senza grandi sorprese, dovrebbe confermarsi come previsto al primo posto, con il suo mondo di console, televisori e smartphone di tendenza, al secondo posto, secondo Confesercenti ci sarebbe la pelletteria, con borse, scarpe, guanti e accessori.
Al terzo posto l’abbigliamento. Non solo felpe, camicie e cappotti, ora di gran moda, ma anche articoli sportivi per il ritorno nelle palestre.
I cesti natalizi, ricchi di prodotti locali e di dolci della tradizione quali panettoni, pandoro e panforte restano in auge, confermandosi, secondo le previsioni toscane, al quarto posto delle preferenze.
Seguono libri, profumi, cosmetici e mezzi di trasporto sostenibili: monopattini e biciclette elettriche per chi sceglie di fare regali un po’ più costosi.
All’ottavo posto, vengono indicati i viaggi e le vacanze con predilezione per soggiorni alle terme, in località montane e città d’arte. Al nono posto della top ten, invece, i prodotti per la casa, che avevano fatto la parte del leone del Natale 2020: pentole, piccoli elettrodomestici, candele e diffusori di fragranze.
All’ultimo posto, infine, l’intimo e la biancheria per la casa: da canovacci e presine ai set di asciugamano, lenzuola e copripiumini.
Ottimista sul ritorno a un natale “old style” è anche la città di Palermo, che però, per la prima volta, gioca d’anticipo facendo iniziare le Fiere di Natale già ora e non all’inizio di dicembre.
Consuelo Terrin