In media, ogni giorno del 2020, in Italia sono stati commessi oltre 95 reati ambientali, 4 all’ora.
Rispetto all’anno precedente, la variazione, che ha portato il totale complessivo a quota 34.867, è dunque dello 0,6% in più. E questo nonostante i controlli effettuati siano giocoforza calati del 17%, attestandosi poco oltre quota 1,4 milioni, anche a causa dell’emergenza sanitaria. Non è bastata insomma la frenata generale dell’economia globale legata al Covid a limitare nel nostro Paese il fenomeno delle illegalità commesse a discapito dell’ambiente.
Il rapporto di Legambiente
I numeri emergono dal rapporto annuale sull’ecomafia appena pubblicato da Legambiente. Insieme ai reati, aumentano anche gli arresti, con 329 ordinanze di custodia cautelare eseguite (+14,2%), le denunce, arrivate a colpire 33.620 persone (+12%), e i sequestri effettuati, che sono stati 11.247 (+25,4%).
Scende però dello 0,9%, il giro d’affari del mercato illegale, che ha mosso capitali per 10,4 miliardi di euro (900 milioni in meno del 2019). Ma crescono (+2,6%) gli investimenti a rischio, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani, nelle regioni a più consolidata presenza mafiosa, per un totale di 11,2 miliardi di euro.
Prima Lombardia per arresti, 4 le regioni per maggior numero di illeciti
Quasi metà dei reati ambientali, esattamente il 46,6%, ha infatti riguardato le 4 regioni in cui le organizzazioni mafiose sono tradizionalmente più radicate.
I 16.262 illeciti riscontrati in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria hanno determinato 134 arresti rispetto agli 86 del 2019. Al quarto posto per illeciti, però, sale il Lazio, che supera la Calabria con 3.082 reati (+14,5%).
Quanto agli arresti, prima è invece sempre la Lombardia.
I Comuni italiani commissariati per ecomafia, infine, sono attualmente 32, con 11 Amministrazioni sciolte tra gennaio e settembre del 2021.
I reati ambientali
Gran parte degli illeciti analizzati nel rapporto si riferisce a violazioni commesse nell’esercizio delle attività di impresa. Una leggera flessione (da 894 a 883 procedimenti) si è registrata nei delitti contro l’ambiente introdotti nel nostro sistema penale dalla legge 68 del 2015, con una decisa preponderanza del delitto di inquinamento ambientale (477 procedimenti). I delitti contro l’ambiente, nel 2020, hanno portato alla denuncia di 2.314 persone e all’arresto di 824.
I reati accertati di illegalità ambientale sono stati 5.457 (-92 su base annua), 15 ogni giorno, con un incremento di denunce (654, +15,5%), arresti (passati da 24 a 50) e sequestri (+131 in valore assoluto). Nel contempo, è però aumentata anche la sensibilità dell’ordinamento giudiziario, visto che oltre l’88% delle Procure, valore più alto mai registrato, ha risposto all’appello del Ministero di intensificare il monitoraggio del rispetto della legge in materia.
Boschi e fauna: codice rosso
Tra i dati più preoccupanti rilevati dal rapporto, quelli relativi agli incendi boschivi e ai reati contro gli animali.
I primi sono aumentati dell’8,1%, arrivando a quota 4.233.
I reati contro la fauna, che rappresentano il 23,5% del totale dei reati ambientali, sono stati 8.193: poco meno di uno ogni ora, con 6.792 persone denunciate, 33 arrestate e 5.327 sequestri effettuati. “Numeri sicuramente in difetto rispetto alla realtà”, sottolinea Legambiente.
Tra gli illeciti che hanno invece fatto registrare un calo (-12,7%), quelli legati al ciclo dei rifiuti (anche se aumentano del 15,2% gli arresti e le inchieste, arrivate a 27, più altre 23 che si sono aggiunte da gennaio a metà settembre 2021). La stessa tendenza (calo dei reati, dello 0,8%, e aumento delle denunce, +23,1%) si è registrata per i reati connessi al ciclo del cemento.
Altri reati
Il report di Legambiente, dedicato alle 227 persone uccise nel mondo nel 2020 per il loro impegno a favore dell’ambiente, sottolinea poi come dal 2004 al 2021 siano state emesse 57.250 ordinanze di demolizione per abusi edilizi, ma ne siano state eseguite solo il 32,9%, soprattutto al nord (e spicca, in negativo, il 4% della Puglia).
Nel settore delle archeomafie, l’aumento dei controlli del 32% e stato accompagnato da una diminuzione dei furti (-18%), che avvengono prevalentemente (14,7% del totale nazionale) in Lazio. Quanto ai reati di caporalato, sono stati 293, con 254 denunce e 43 arresti.
Le agromafie
In calo, invece, sia i controlli (-10,8%) che reati e illeciti amministrativi (-37%) sulle cosiddette “agromafie”.
In questo settore, la maggior parte delle infrazioni accertate (8.786) riguarda le importazioni di prodotti alimentari, seguite da quelle sui prodotti ittici in generale (6.844), che hanno registrato il maggior numero di ispezioni (oltre 106 mila). Tematiche specifiche sono quelle sul commercio illegale dei gas refrigeranti dannosi per l’effetto serra, che secondo gli investigatori vedono l’Italia al centro dei flussi illegali. E quella delle shopper di plastica, che, secondo Assobioplastiche, non sarebbero a norma in un caso su 4, con più di 15 tonnellate sequestrate.
Le 10 proposte di Legambiente
“Non si deve assolutamente abbassare la guardia – ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – contro i ladri di futuro. Ora è fondamentale un deciso cambio di passo che porti a completare il sistema normativo. È poi fondamentale alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali. E servono nuove risorse”. Legambiente ha quindi illustrato, in occasione della presentazione del rapporto, un decalogo di proposte per contrastare gli ecoreati.
Le richieste vanno dall’inserimento dei delitti ambientali e del delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità, all’approvazione delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico, all’introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali; dal ripristino del potere sostituivo delle Prefetture in caso di mancata esecuzione da parte dei Comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi, all’inasprimento delle sanzioni contro i traffici illegali di rifiuti. Ancora, Legambiente chiede l’emanazione dei decreti attuativi della legge che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente e di garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore.
Alberto Minazzi