Il mantenimento della modalità di lavoro “agile” per i dipendenti pubblici potrebbe legarsi al raggiungimento di determinati obiettivi, dalla produttività ai tempi di risposta alle richieste, certificati da una sorta di pagella in cui anche i cittadini potranno dire la loro attraverso un voto sull’operato del dipendente pubblico.
È questa una delle possibilità su cui il governo sta lavorando nella riorganizzazione del pubblico impiego, tra smart working e lavoro in presenza. Un’idea che esce rafforzata dopo l’approvazione alla Camera della mozione unitaria di maggioranza sul lavoro agile nelle Pubbliche Amministrazioni.
La pagella per lo smart working
Il testo passato a Montecitorio impegna, tra l’altro, il Governo a promuovere “le condizioni effettive per una maggiore autonomia e responsabilità dei lavoratori nella gestione dei tempi di lavoro e nel raggiungimento di risultati obiettivamente misurabili”.
Per garantire il monitoraggio del lavoro da casa e il rispetto delle regole nella “fascia oraria dell’operatività”, dunque, si sta pensando a introdurre verifiche periodiche ravvicinate nel tempo.
Se il servizio dovesse risultare qualitativamente inferiore a quello garantito col lavoro in presenza, il dipendente dovrebbe ritornare alla modalità di lavoro in sede entro 24 ore.
Saranno in ogni caso le singole amministrazioni, entro il prossimo 31 gennaio, a definire le concrete modalità operative per lo smart working, all’interno delle regole contrattuali che stanno concertando Aran e sindacati.
La mozione approvata alla Camera
Tra le altre previsioni approvate alla Camera, il Governo dovrà tracciare un “quadro di regole certe e di garanzia, con particolare riguardo al diritto alla formazione, alla non discriminazione e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
Tra i diritti che andranno riconosciuti al lavoratore, anche quello alla disconnessione, alla parità di genere, alla sicurezza e alla protezione dei dati personali.
Si punta anche sul favorire la costituzione di micro team professionali.
Nell’ambito di progetti sperimentali di implementazione del lavoro agile individuati dalle pubbliche amministrazioni sulla base di specifiche esigenze organizzative, inoltre, almeno un terzo dei lavoratori coinvolti nel progetto dovranno operare in modalità agile, con la garanzia di non subire penalizzazioni, anche in termini di progressioni di carriera.