Di fronte all’incremento dei casi di positività e di ospedalizzazione, si serrano i ranghi.
Non, quanto meno al momento, con altre misure restrittive ma con l’ipotesi di iniziare a procedere con la terza dose di vaccinazione (il booster, in realtà un richiamo), dai cinquantenni in su, a partire da gennaio.
Lo ha detto chiaramente il consulente del commissario Figliuolo Guido Rasi, ex direttore generale dell’Ema, l’Agenzia del Farmaco europea.
Che non ha nascosto di pensare anche a misure su “modello Austria” per i non vaccinati nel caso in cui la situazione si facesse più pesante.
Nel corso dell’intervista concessa al quotidiano “Il Messaggero”, Rasi ha anche avanzato l’idea di introdurre l’obbligo vaccinale per il personale scolastico.
Sono attualmente sette milioni le persone non ancora vaccinate.
“Sono tanti, una piccola nazione – ha specificato il professore – Abbiamo quindi due scenari di fronte: stabilizzare la situazione epidemiologica che stiamo vivendo, e sarebbe ottimo. Oppure, al contrario, assistere a un peggioramento, come quello di Trieste”.
I contagi, tra coloro che, privi anche di altri tipi di protezione, come per esempio la mascherina, si sono ammassati a manifestare il loro dissenso al green pass, hanno portato alla formazione di un nuovo importante cluster.
Non il solo responsabile del dilagare del virus, ma rilevante e di sicuro non circoscritto alla città, visto che i partecipanti sono arrivati da varie parti d’Italia.
Inoltre, sono sempre più numerose le persone giunte ai sei mesi dalla seconda dose.
Hanno meno anticorpi, sono meno protette.
In genere non contro la malattia grave, il ricovero o la morte, ha precisato Rasi, ma rispetto al contagio sicuramente.
Dunque, per tutti loro, secondo il consulente, sarebbe il caso di procedere già a partire da inizio 2022. Secondo uno studio isreliano pubblicato sul New England Journal of Medicine, la terza dose garantirebbe un’efficacia del vaccino al 95% anche rispetto alla variante Delta.
La questione non si pone al momento per i più giovani, che hanno tra l’altro iniziato più tardi il ciclo di vaccinazione.
Sull’obbligatorietà vaccinale, invece, Rasi si è espresso ancora una volta riguardo alle persone che svolgono un lavoro a contatto con il pubblico.