Meno uno all’avvio dell’obbligo al green pass per accedere ai luoghi di lavoro.
E l’Italia sembra nel caos.
I portuali di Trieste, primo scalo per movimentazione delle merci in Italia, minacciano il fermo al oltranza.
Niente cibo sugli scaffali dei supermercati, dicono alcuni.
Scordatevi i regali di Natale, minacciano altri.
Lo sciopero dei portuali e del mondo del trasporto mette a rischio il mercato.
Altri scioperi annunciati dal mondo delle scuola e da altri settori, rischiano di portare alla paralisi del Paese.
“Nessuno scenario apocalittico”
Ciò che vuole chi scenderà nelle piazze o incrocerà le braccia a partire dal 15 ottobre è che il Governo faccia marcia indietro sul green pass obbligatorio.
Per conto suo, il Governo tira dritto.
La vaccinazione ha raggiunto la soglia dell’80% e, nonostante il clamore della protesta dei 900 portuali di Trieste, la situazione, secondo la valutazione della presidenza del Consiglio, non presuppone gli scenari apocalittici di un Paese bloccato che si vuol far pensare.
Il nodo della logistica
Certo, il nodo della logistica rappresenta un problema. E forse, più che per i porti, per il trasporto su gomma.
Moltissimi camionisti sono infatti stranieri e, se sono vaccinati, lo sono con Sputnik o altri sieri non riconosciuti da Ema e Aifa, motivo per il quale non riescono a scaricare il green pass.
Su 400 mila autisti, invece, secondo la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, Confetra, si stima che non sia vaccinato il 30%.
La situazione dei porti italiani
Se da Trieste monta la protesta, più serena sembra la situazione della maggioranza degli altri porti italiani.
A Venezia, oltre il 90% dei lavoratori portuali è munito di Green Pass, a Genova l’80% è vaccinato e comunque è stato trovato un accordo con due farmacie per i tamponi, a costo ulteriormente ridotto, che dovrà fare il restante 20% degli addetti.
E’ tranquilla anche la situazione nei porti di Napoli, Castellammare di Stabia e Salerno, afferenti l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale.
Anche qui, le stime dei lavoratori vaccinati si aggirano tra l’80 e il 90%.
Se i numeri rappresentano una realtà, non dovrebbero esserci blocchi nemmeno a Ravenna, nei porti pugliesi, in quelli di Livorno, di Piombino e di Palermo, dove solo 31 lavoratori su 450 non sono vaccinati.
Trieste: “Andremo avanti finché non sarà tolto il green pass”
Da Trieste ai social fino alle trasmissioni televisive, però, incalzano gli operatori triestini. “Blocchiamo tutto, il governo deve rendersi conto che sta perdendo i contatti con la realtà – ha detto a La7 il rappresentante dei portuali di Trieste Stefano Puzzer – . Il porto di Trieste lavora al 90% con l’export: vogliamo vedere cosa dicono gli armatori europei quando vedono che le loro merci vengono bloccate per un decreto adottato solo in Italia. Noi andremo avanti fino a quando non verrà tolto il Green pass”.
Scioperi: la mediazione dei camionisti
Chiedono invece al Governo di trovare una quadra per i vaccini non riconsciuti da Ema e Aifa le associazioni che rappresentano i camionisti. Che hanno invitato i trasportatori a fare il vaccino.
L’obiettivo è unanime: non bloccare il mondo del trasporto.
“Non è possibile pensare di sostituire il trasporto su gomma con altre modalità e, se in tempi di massima emergenza il protocollo individuato per non diffondere i contagi ha funzionato, perché dovremmo creare le condizioni per mettere a rischio l’economia oggi? – ha detto il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè – Credo che si possa trovare un accordo tra le imprese, molte hanno mostrato disponibilità a sostenere il costo” dei tamponi. Occorre però, da parte di chi governa il paese, più ascolto, più umiltà e più capacità di comprendere i problemi reali”.
Consuelo Terrin
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