Una filiera con circa 2.900 imprese, 17 mila addetti e ricavi annui attorno ai 9 miliardi di euro.
Una crescita della produzione del 20% dal 2018 al 2020, toccando gli oltre 3 milioni di bici.
Un settore che ha registrato nel 2020 vendite interne per oltre 2 milioni di pezzi, con una crescita del 17% rispetto all’anno precedente e del 26% nei confronti del 2018. E un’impresa su due che prevede un aumento dei ricavi anche nel biennio 2021/22, a fronte di un limitato 10% che ipotizza una contrazione.
Sono solo alcuni degli eccellenti dati che emergono dallo spaccato del mercato italiano della bicicletta, disegnato da Banca Ifis nel suo più recente studio “Market Watch”.
La ripresa e la nuova “sensibilità green”
La ripresa del comparto industriale della bicicletta, dopo quasi due decenni di contrazione a partire dalla fine degli anni Novanta, si è legata in particolare alla diffusione di una maggior sensibilità “green”.
Le stesse imprese, per l’80% del campione preso in considerazione dallo studio, pongono tra le priorità la riduzione dell’impatto ambientale, anche nell’ambito degli stessi processi produttivi.
A incidere, sono state anche le scelte delle Amministrazioni di puntare con decisione su forme di mobilità sostenibile, pur essendo ancora auspicabile un’estensione della rete ciclabile rispetto ai 58 mila km di ciclovie e agli 2.341 km attuali nelle 22 principali città italiane (con altri 2.626 km già previsti nei Pums).
In tal senso, nell’ambito del Pnrr, il Ministero della Mobilità sostenibile mette a disposizione 600 milioni di euro per realizzare ulteriori 1.800 km di percorsi ciclabili.
Il boom delle bici elettriche
D’altro canto, la spiegazione si lega al boom delle bici elettriche.
Perché se continua l’aumento di vendite di bici tradizionali (+14%, per un totale di 1,73 milioni di pezzi) sono soprattutto le eBike ad aver conosciuto, nell’ultimo quinquennio, una crescita esponenziale di vendite.
Da settore marginale nel complessivo panorama di biciclette vendute, con poco più di 50 mila pezzi venduti in un anno, la quota è arrivata nel 2020 al 14%, quando le biciclette elettriche acquistate dagli utenti sono state 280 mila, con una crescita del 44%. Una tendenza, secondo chi opera nel settore, che è destinata a proseguire anche nei prossimi anni.
Ben 8 distributori su 10 sono convinti che anche il biennio 2021/22 farà segnare dati in crescita. E 9 produttori su 10 sono convinti che, anche attraverso gli incentivi agli acquisti e le continue migliorie tecniche, le bici elettriche si affermeranno sempre più nel panorama della mobilità.
Amatori e cicloturismo
Oltre ai “city users”, la clientela dei venditori di biciclette è composta in buona parte, circa la metà del totale, dai ciclisti sportivi amatoriali. Si parla di una platea di 10,7 milioni di persone, anche in questo caso in buona parte (circa 4 milioni) residenti nelle stesse regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) ai primi posti nella produzione.
Il profilo medio che emerge dal rapporto di Banca Ifis è di un cicloturista/amatore uomo (71%), del Nord Italia (57%), con un reddito medio alto (50%) e particolarmente attento ai temi della natura e della sostenibilità.
Le vacanze in bicicletta: la nuova tendenza
Si sta inoltre sempre più diffondendo anche nel nostro Paese, come avviene da anni in realtà come Germania, Austria e Francia (che costituiscono ancora il 62% del totale di cicloturisti in Italia), la tendenza a dedicare le vacanze alla bicicletta. Si stimano circa 55 milioni di pernottamenti annui legati al cicloturismo, che, stando ai dati di Legambiente, producono una spesa attorno ai 4,6 miliardi di euro (il 5,6% del totale turistico nazionale), di cui 2,9 dall’estero.
Anche questo, dunque, è un settore su cui investire: provando a imitare il Trentino-Alto Adige, all’avanguardia nell’offerta e negli introiti (338 mila euro per km ciclabile), l’Ufficio studi di Banca Ifis ritiene possibile quaduplicare il giro d’affari attuale.
Il mercato italiano della bici
La localizzazione delle aziende facenti parte del comparto è concentrata in gran parte al nord.
Lombardia (22%) e Veneto (19%) fanno la parte del leone, seguite da Piemonte (14%) ed Emilia Romagna (10%).
Si parla di imprese la cui maggioranza (74%) opera nella distribuzione all’ingrosso, nel commercio al dettaglio e nel noleggio, con poco più di un quinto (21%) di produttori di biciclette e componenti per la bici e il restante 5% che fabbrica macchine industriali destinate alla produzione finale dei mezzi. Lo studio di Banca Ifis mostra che il 29% delle imprese sta pensando a rinnovare l’offerta nel prossimo biennio, quando il 45% intende ampliare i mercati di riferimento.
Biciclette venete nel mondo
Anche perché quello della bici è un settore che interagisce notevolmente con i mercati esteri. Ben 633 milioni di euro del fatturato, ovvero il 42% circa, è legato all’esportazione.
Per quasi metà del totale (48%) a finire oltre confine sono prodotti veneti, con il 52% di bici e componenti italiani che vengono commercializzati in Europa. Sul fronte dell’importazione, il primo fornitore è la Cina. E più del 50% di produttori e grossisti si rifornisce su mercati esteri, a partire dai prodotti di componentistica, pur avendo l’Italia in questo campo una quota di un quarto dell’intero mercato europeo.
Alberto Minazzi