La pandemia sta causando più vittime della seconda guerra mondiale.
«Una valutazione ragionevole fa pensare che quest’anno supereremo il confine dei 700 mila decessi complessivi. E’ accaduto solo nel 1944, quando eravamo nel pieno della seconda guerra mondiale».
A rilevare il dato è stato il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. Il quadro della situazione italiana è reso ancor più grave dai significativi numeri legati al crollo delle nascite. Secondo le stime Istat, infatti, il 2021 si chiuderà per la prima volta sotto quota 400 mila nuovi nati. Se le previsioni saranno confermate si arriverà infatti intorno a 390 mila. Una tendenza a diminuire che, se invariata, nel lungo periodo potrebbe portare la popolazione italiana a 30 milioni, vale a dire la metà di oggi.
Una tendenza al declino
Secondo i numeri dell’Istituto di Statistica Italiano, dal 2015 la popolazione residente in Italia è costantemente in calo.
L’ultimo dato ufficiale pubblicato dice che al 31 dicembre 2020 risulta inferiore di quasi 384 mila unità rispetto all’inizio dell’anno, come se fosse sparita, per intenderci, una città grande quanto Firenze. Una tendenza al declino della popolazione che gli effetti negativi prodotti dall’epidemia Covid-19 hanno sicuramente amplificato.
La pandemia: minimo storico di nascite nel 2020
La pandemia ha accentuato la crisi demografica non solo per quanto riguarda i decessi, ma anche le nascite. Un po’ per il clima generale di paure e incertezze, un po’ per la situazione di difficoltà legate ad occupazione e reddito, sono nati meno bambini.
Nel 2020 l’Istat registra un nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia.
Sono stati iscritti all’anagrafe per nascita 404.104 bambini, circa 16 mila in meno rispetto al 2019.
Anche i primi due mesi del 2021 confermano un calo delle nascite sull’anno precedente pari al 14% nel mese di gennaio e del 5% in quello di febbraio.
In Italia il maggior crollo di nascite
Uno studio recente pubblicato sulla rivista scientifica Pnas ha studiato i tassi di natalità di 22 Paesi ad alto reddito. Dall’indagine è emerso che oltre all’Italia dove si è osservato il crollo maggiore, i cali più consistenti sono avvenuti in Ungheria, Spagna e Portogallo.
Là dove esistono sistemi di welfare più avanzati, la diminuzione delle nascite è stata molto più contenuta o non si è registrata affatto. Paesi come Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Germania e Olanda non registrano un impatto diretto della pandemia sulla fecondità, mentre altri dell’Europa meridionale, ma anche gli Stati Uniti, hanno registrato a causa del Covid un ulteriore freno alla natalità.
Aumenta l’età media per fare i figli
E’ aumentata anche l’età media per fare i figli, che oscilla tra i 32 e i 35 anni. Questo significa che la popolazione femminile in età feconda è meno numerosa e più matura.
Anche i matrimoni si sono praticamente dimezzati.
Le unioni celebrate sono state nel 2020 96.687, vale a dire – 47,5% sul 2019. Un dato preoccupante se si pensa che le nascite in Italia avvengono per 2/3 nei matrimoni.
«L’obiettivo di arrivare a 500 mila nati – ha sottolineato il presidente Istat Blangiardo nel corso degli Stati Generali della Natalità che si sono recentemente svolti a Roma – non è impossibile e significa inserire iniezione di futuro. Per raggiungere questo risultato occorrerebbe accrescere il numero medio dei figli per donna di 0,6 unità in dieci anni. Questo recuperando entro il 2022 – metà 2023 il crollo dei matrimoni e agendo sull’intensità e sui tempi per compensare l’effetto riduttivo di -11% derivante dai cambiamenti nella struttura per età della popolazione in età feconda. Bisogna far crescere la cultura in una sinergia tra famiglie, privato, sociale e imprese e capire che i figli non sono un disturbo, ma il nostro futuro. Coloro che ci garantiscono la continuità».
Silvia Bolognini
Non sono questi i principali motivi del calo di nuovi nati. I principali motivi sono gli uomini e non le donne. Gli uomini non si vogliono piu sposare o fare figli per colpa di leggi di separazione tutte a favore delle donne. In caso di divorzio l’uomo non ha nessun diritto genitoriale e sarà sicuramente rovinato economicamente e psicologicamente.
Oggi gli uomini non si sposano più e non vogliono piu saperne di figli e relazioni con le donne. Fenomeni globali e prorompenti come MGTOW già lo attestano ma nessuno vuole crederci o rendersene conto. Quando ci sbatterete la testa sarà tardi. Studio questo fenomeno da oltre 2 anni ed ha una crescita del 700% a settimana.
Senza una revisione delle leggi su divorzio, affidamento condiviso (vero) dei figli, cancellazione dell’affidamento della casa sempre alla donna, dell’assegno di mantenimento per la donna, introdurre la giustificazione delle spese per i figli affidati, diritti di paternità o non paternità in caso di aborto, punizione per chi denuncia false accuse,
Senza tutto questo gli Uomini non si sposeranno più.
Il vero problema del calo demografico sono gli Uomini, non le Donne.
Non lo avete ancora capito?
Gli Uomini non si vogliono piu sposare e non hanno più fiducia nelle donne.
Fate pure ciò che volete ma senza queste correzioni ogni sforzo sarà inutile. I figli degli oltre 4.000.000 di padri separati e rovinati da leggi tutte a favore delle donne hanno visto cosa è accaduto ai loro padri e non faranno lo stesso errore e delle loro brutte esperienze ne hanno parlato con i loro amici e compagni e anche loro hanno capito.
Chi continua a non capire o non vuole capire sono i politici, gli opinionisti e i giornalisti.
Auguri!!!