In Italia il 31,7% dei decessi per gli uomini e il 37,7% per le donne sono legati a malattie cardiovascolari.
Restano queste, infatti, la prima causa di morte.
Nel nostro Paese così come nel resto del mondo, dove si sono registrate nell’ultimo anno 18,5 milioni di vittime.
Tante, praticamente triplicata in quest’anno e mezzo post pandemia. E le stime per il futuro non fanno ben sperare. Anzi.
Entro il 2030 la mortalità per malattie cardiovascolari potrebbe arrivare a far contare nel mondo ben 24 milioni di morti.
E’ per questo che gli esperti sollecitano al ritorno ai ritmi di prevenzione pre-pandemia: screening, visite di controllo e cure sono fondamentali.
Assieme alla prevenzione e, quindi, a stili di vita più sani, che prevedano un’adeguata attività fisica, una buona alimentazione e messa al bando del fumo.
“Il 75% degli eventi cardiovascolari ricorrenti – ha detto il coordinatore del Comitato Scientifico Fic (Federazione Italiana per il cuore)Paolo Magni – potrebbe essere prevenuto“.
Nell’ultimo anno e mezzo non sempre è stato possibile.
“Il peso epidemiologico del Covid 19 ha portato a ridurre del 30-40% i ricoveri per sindrome coronarica acuta e per scompenso cardiaco – ha rilevato il presidente della Fondazione per il Tuo cuore Michele Gulizia – Le malattie cardiovascolari restano però la prima causa di morte e questa riduzione delle attività di screening avrà ripercussioni importanti nei prossimi mesi e sicuramente anche per i prossimi anni”.
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30 Settembre 2021